Un evento pubblicizzato e atteso da mesi, soprattutto dalla comunità Lgbti. E’ il Palermo Pride, che si svolgerà nel capoluogo siciliano dal 16 al 18 giugno e dal 24 al 25 giugno con l’allegra e colorata parata prevista per il 18 giugno.
Fervono i preparativi, si moltiplicano gli appuntamenti in programma, il comitato organizzatore sta lavorando giorno e notte per dare vita alla grande manifestazione in favore dei diritti gay, ma soprattutto contraria ad ogni discriminazione.
Ogni edizione del Palermo Pride ha uno slogan che sintetizza il senso della mobilitazione. E quello scelto quest’anno, reso noto ieri tramite la pagina facebook del Palermo Pride sta scatenando un vespaio di polemiche e l’indignazione del web.
Pur non volendo dare giudizi di sorta, e sapendo bene che esiste – per fortuna – libertà di espressione, non appare azzardato sostenere che lo slogan del Palermo Pride 2016 è quantomeno infelice. Lo slogan infatti è: “Ognuno cia ficca a cu voli”, che per chi non dovesse capire il dialetto siculo, equivale a dire “ognuno fa sesso con chi vuole”.
Certo, il concetto è giusto, il principio sotteso più che lecito, ma siamo sicuri che non ci fosse un modo un po’ più ‘elegante’ di veicolare lo stesso significato? E perché, questo riferimento al sesso, come se fosse l’unico interesse della comunità Lgbti, quando la stessa è invece coraggiosamente portatrice di valori, obiettivi e rivendicazioni ben più alti del mero atto sessuale?
La pagina Facebook del Palermo Pride ha subito una inondazione di commenti negativi.
Ne riportiamo, per far meglio comprendere l’entità del fenomeno, solo alcuni.
Mattia Carramusa scrive: “Questa frase ci limita al sesso. Non siamo animali sessuali! Se la filosofia ci insegna qualcosa, ci insegna primariamente che siamo degli animali razionali e degli animali sociali! Non facciamo di una battaglia giusta una limitazione al gusto sessuale! Non si tratta di essere etero o gay, in questo caso: si tratta di avere buon gusto! E una battaglia che fondi tutto sul sesso è RIDICOLA!”.
Sintetica ma altrettanto efficace Giulia Greco: “Frase violenta e sessista, sa di prevaricazione“.
“Prima dei “fori” – commenta Eugenio Butera – ci sarebbero i sentimenti. Vorrei conoscere il vostro manager per la comunicazione…”
Gilda Sciortino, giornalista molto impegnata a Palermo nel sociale così si esprime: “Ho sempre sposato le battaglie portate avanti in favore della libertà di espressione, per rivendicare i propri diritti, ma questa è pura e semplice volgarità. Boccio la campagna. Assolutamente!!!”
“Ma perché?! – si chiede Maria Giovanna Mangano – Perché uno slogan che riduce tutto al sesso e per di più nella sua forma più volgare?! E l’amore?! È troppo triste…”
“E’ solo volgarità! – è il giudizio di Ivana Lorenzano – Chi vuole essere considerato parte della società civile deve comportarsi da persona civile. Questo messaggio è solo veicolo di inciviltà”.
O ancora, l’opinione di Elia Maniscalco: “Che finezza di claim! Chi avete ingaggiato? Gli stessi copywriter di Amica Chips la patatina che tira?”
Sulla pagina del Palermo Pride il dibattito è acceso più che mai. Intanto gli attivisti della manifestazione, che sono davvero numerosi e di ogni fascia d’età, postano le proprie foto con lo slogan appeso al collo. Alcuni rispondono alle polemiche sostenendo che il Palermo Pride parla anche di sesso, che chiunque voglia continuare la discussione potrà farlo davanti a una birra ai Cantieri Culturali (uno dei luoghi della manifestazione, ndr), che dietro la tastiera in fondo siamo tutti ‘favolosi’, che lo slogan è sì volgare ma serve a rompere “certi schemi”.
La partecipazione della città di Palermo al Pride è stata sempre massiccia. Un grande segnale di libertà mentale da parte dei palermitani: migliaia coppie eterosessuali e le famiglie definite ‘tradizionali’ che hanno sfilato in parata con passeggini e figli al seguito. E che adesso chiedono il senso di uno slogan che forse avrebbe potuto essere un altro.
La comunità Lgbti chiede rispetto. Ma questo slogan rispetta la città?
Moltissimi sono anche coloro che condividono appieno la scelta del comitato organizzatore e lo slogan della discordia. Il Palermo Pride ha sempre rivendicato il nobile obiettivo di unire la società anziché dividerla. Eppure, quest’anno, è stato scelto uno slogan non sta facendo altro che dividere l’opinione pubblica.
Ma dopo averlo difeso gli attivisti precisano che lo slogan non è quello del pride ma solo il must di una campagna fotografica per il sesso sicuro (leggi qui)