Palermo è nuovamente invasa di rifiuti. La situazione è decisamente peggiorata negli ultimi giorni, con la formazione di cumuli di spazzatura nelle solite zone note. Mancanza di controllo del territorio unita ad un’emergenza ormai diventata normalità. Ciò anche a causa dei problemi dell’impianto di Bellolampo. Una discarica satura ormai da tempo e sulla quale l’azienda Rap attende da mesi un’ordinanza dal Comune di Palermo per potere abbancare all’interno della IV e della III-bis. Ma ad oggi è tutto bloccato.
Un impasse nel quale a perdere sono solo i palermitani, costretti a fare lo slalom fra i rifiuti e a dovere camminare sulla sede stradale. Ciò a causa di marciapiedi strabordanti di ingombranti e di rifiuti vari. Via Emilio Ducrot, via Nicoletti, le strade interne di Sferracavallo e Borgovecchio: sono tanti gli esempi di zone abbandonate a se stesse, nelle quali l’unica soluzione rimane quella degli interventi straordinari condotti da Rap. Mentre nei mesi scorsi si ragionava dello spazzamento meccanico, i quartieri periferici segnalavano uno stato di crisi oggi noto anche ai quartieri del centro città.
Uno stallo che, i soggetti istituzionali interessati, hanno provato a superare durante un incontro convocato dall’assessore regionale Daniela Baglieri. Presenti sia il sindaco di Palermo Leoluca Orlando che l’amministratore unico di Rap Girolamo Caruso.
“La Rap chiede da mesi al primo cittadino, di firmare un’ordinanza urgente di protezione civile per conferire la spazzatura nella terza vasca bis di Bellolampo – scrive l’assessore Baglieri su social -. Struttura bloccata dal nodo burocratico con la curatela fallimentare dell’ex società Amia per la gestione delle aree”.
Un nodo da sciogliere sul quale si inizierà a lavorare domani, quando l’assessore Baglieri e il direttore del Dipartimento Acque e Rifiuti Calogero Foti hanno convocato una conferenza di servizi con le parti in causa. Ciò per cercare di sbloccare un impasse che va avanti da mesi.
Tema centrale della questione rimane la possibilità, per l’azienda Rap, di potere conferire rifiuti all’interno della IV vasca e della III-bis. Ciò permetterebbe di scaricare circa 350.000 metri cubi di spazzatura (100.000 nella III-bis e 250.000 nella IV). Fatto che farebbe guadagnare circa tre mesi alla partecipata che si occupa della gestione dei rifiuti di Palermo. Fatto che consentirebbe infatti di attendere con serenità il completamento dei lavori del primo lotto della VII vasca, in corso di definizione a Bellolampo. Interventi che dovrebbero concludersi a luglio, permettendo così di uscire dall’attuale situazione di stallo.
Ma senza l’ordinanza, il pastore non può cantare messa, il che lascerebbe l’impianto e quindi il capoluogo siciliano in una situazione d’emergenza. La VI vasca infatti è satura da tempo e l’azienda non può sostenere ulteriori extracosti per portare i rifiuti presenti negli spiazzali ad altro impianto. Secondo la stima fatta da Girolamo Caruso stesso, servirebbero ad occhio qualcosa come 54 milioni di euro. Cifre ad oggi impensabili, soprattutto alla luce dei problemi economico-finanziari di Palazzo delle Aquile.
Qualche settimana fa si è arrivati, almeno a parole, molto vicini alla chiusura dell’impianto di Bellolampo. Ipotesi, quella messa in campo da Rap, scongiurata con l’ordinanza sindacale numero 52 del 2 maggio 2022. Atto che autorizzava la partecipata di piazzetta Cairoli a sversare all’interno della terza vasca bis. Un documento, quello messo in campo dall’Amministrazione, che mirava al “ricorso a speciali forme di gestione dei rifiuti presso il Polo Impiantistico di Bellolampo”. Un provvedimento con una validità prevista di sei mesi.
Nell’atto sottoscritto dal sindaco Orlando, l’Amministrazione aveva autorizzato lo sversamento di una volumetria di rifiuti fino a 98.000 metri cubi. Un “progetto già autorizzato – scrive l’Amministrazione nell’ordinanza – nelle more della definizione della formalizzazione della transazione con la Curatela fallimentare di ex-Amia, con susseguente passagggio della titolarità delle aree. Tutto ciò consentirebbe un graduale passaggio dalle condizioni emergenziali attuali a quelle di normalità”. Passaggio con la Curatela ad oggi non avvenuto e che quindi blocca Rap nei suoi piani di risoluzione dell’emergenza.