Lo scheletro dell’ospedale pediatrico di Palermo è il simbolo delle incompiute siciliane, ma è anche sfregio uno ai bambini più fragili della nostra terra e alle loro famiglie. Non sappiamo più neanche come si chiami. Di certo, però, è costato una barca di soldi e ancora di più ne potrebbe costare se dovesse venir completato. Il conto finale potrebbe superare i 71 milioni di euro.
Appiccicato all’ospedale Cervello di Palermo l’ex CEMI sarebbe dovuto essere un centro pediatrico sanitario d’eccellenza. Dal punto di vista amministrativo risponde all’Arnas Civico di Palermo. E’ stato progettato esattamente 20 anni fa. Il solito valzer di date ha spostato la consegna: prima doveva essere completato entro il 2007, poi tutto si sposta alò 2014, ancora al 2017. E poi il nulla. Perché oggi, quell’ospedale che doveva cancellare i viaggi della speranza per le tante famiglie che devono curare i loro bambini è soltanto uno scheletro di cemento armato e barricate precarie di legno. Un disastro a cielo aperto.
Oggi non si sa neanche se quella struttura possa essere recuperata e completata. Perché prima si dovrà comprendere se quello scheletro abbandonato possa essere recuperato. Vediamo di capire le ragioni di questo scempio.
A Sicilia, il programma di Video Regione, Massimo Russo, oggi magistrato presso la Procura dei Minori a Palermo e già assessore regionale alla Sanità, racconta la storia dell’ospedale fantasma. E’ stato proprio lui a posare la prima pietra di quell’opera mai più realizzata. Russo non nasconde la sua rabbia per il combinato disposto di mala burocrazia, abulia politica e leggi farraginose.
Gli inizi sono da brividi: il progetto viene subito spostato perché si scopre che le fondamenta del nuovo ospedale sono previste proprio sopra le condotte dell’acqua pubblica. Si ci sposta così di venti metri, costringendo però l’Ospedale Cervello a dire addio alla pista di elisoccorso.
E mentre il progetto è solo sulla carta, sullo sfondo già si spande l’odore dei soldi per il solito cerchio della burocrazia. L’ospedale non c’è ma viene creata una Fondazione con consiglieri, responsabili e denari da elargire: poca roba, ma è il solito modus operandi. A Russo toccherà il compito di sciogliere quella fondazione.
Secondo Russo, poi, è un caso che proprio la cura dei bambini sia finita nelle retrovie dell’agenda politica. E’ un tarlo non avere in conto le esigenze dei più giovani e fragili.
Una buona notizia, però, forse c’è. Si proverà a concludere l’opera. Sempre che sia possibile salvarla. Secondo i tecnici del Civico di Palermo servono almeno altri 29 milioni di euro. Adesso la parola passa al governo regionale. Una cosa è certa: al più presto l’assessora alla Salute Giovanna Volo farà un sopralluogo tecnico al cantiere per capire come procedere.
Qui il link per guardare la puntata di Sicilia dello scorso venerdì con il reportage sull’Ex Cemi