Palermo ricorda Elda Pucci. Scoperta, infatti, a Palazzo delle Aquile una lapide in memoria del consigliere comunale – dal 1980 al 1990 – e, ad oggi, unico sindaco donna del capoluogo siciliano.
Alla cerimonia hanno partecipato il primo cittadino Leoluca Orlando e il presidente del consiglio comunale, Salvatore Orlando, oltre a Ida Pucci, cugina di Elda.
Consiglio comunale aveva approvato la lapide
Lo scorso mese di ottobre, il Consiglio comunale aveva approvato, con il voto unanime dei 33 consiglieri presenti, la proposta di deliberazione per la collocazione nella Sala delle Lapidi di una iscrizione in marmo in memoria di Elda Pucci che fu in assoluto il primo sindaco donna di una grande città italiana.
Nondimeno, sotto la sua sindacatura, per la prima volta il Comune di Palermo si costituì parte civile in un processo di mafia.
“Abbiamo condiviso e approvato con convinzione la bella proposta del presidente del Consiglio Comunale Salvatore Orlando – scrissero i consiglieri – di dedicare una lapide alla sindaca di Palermo, Elda Pucci all’interno dell’aula consiliare, così come abbiamo sottoscritto la mozione per dedicarle una strada. Auspichiamo che Pucci, la cui forza e abnegazione nell’impegno professionale come pediatra e nel ruolo politico è ancora viva nella memoria della nostra società civile, sia di ispirazione a tante altre donne che possono e vogliono dedicarsi alla Politica, cosicché non resti la prima e ultima sindaca della nostra città”.
Il ricordo di Ida Pucci
Tra i presenti, come già accennato, Ida Pucci, cugina di Elda che fu sindaco di Palermo succedendo a Giuseppe Insalaco e rimanendo in carica per quasi un anno tra l’aprile del 1983 e l’aprile del 1984. Elda Pucci scomparve nel 2005.
Queste le sue parole: “È impossibile limitare ad un solo ricordo quello che mi lega ad Elda. Per me lei è stata una luce, un mentore. Devo a lei la mia carriera. Ero appena laureata, Elda era già un dottore affermato (L’ex sindaco era pediatra). Mi rivolgevo a lei ogni volta che avevo qualche perplessità o dubbio o problema. Ricordo che andai da lei quando vinsi una borsa di studio all’estero. All’epoca i partecipanti erano molto pochi, giusto dirlo. Le dissi ‘Elsa, ho paura di andare a Stoccolma’. Lei mi disse non ‘ci pensare un momento. Vai e vedrai che tutto andrà bene’. E così è stato. Devo a lei questo mio impegno universitario ed accademico. Per Elda avrò sempre un ricordo straordinario che mi scalda il cuore”.
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