Travolta da un’automobile nella pista ciclabile del Parco della Favorita.
E’ stata trovata ieri intorno ad ora di pranzo, riversa in terra con una vistosa macchia di sangue. Si tratta di una femmina di Pit bull, inizialmente creduta morta. Il cane è probabilmente lo stesso visto girovagare appena il giorno prima, tra le macchine in transito. Un nuovo abbandono in un luogo molto noto per tali pessime abitudini, blandamente punite dalla legge che le ha relegate in un reato di contravvenzione (art. 727 Codice Penale) peraltro recentemente passato alle competenze del Giudice di Pace.
Per fortuna, ieri si trovava a passare un Medico Veterinario il quale, notato il cane riverso in terra, ha fermato l’autovettura per soccorrerlo. La cagnolina, trasferita in un ambulatorio veterinario, ha avuto riscontrato un forte trauma cranico. Per fortuna non dovrebbe avere nulla di rotto così come sembrano escludersi lesioni interne.
In città, però, gli animalisti danno fuoco alla polemica. Pit bull da recuperare, dicono, ve ne sono tantissimi ma nessuno sa dove porterli portare. Nei giorni scorsi, il ritrovamento di uno di questi cani risultato aggressivo con l’uomo, ha creato un vero e proprio scompiglio al canile municipale, risolto solo con l’affidamento in pensione di altri due cani ed a spese dei volontari.
I Pit bull, spiegano i volontari, non sono randagi, ma costituiscono un problema che andrebbe affrontato in maniera diversa. Rieducazione del cane ed avvio di un curato sistema di adozione. Solo in questa maniera, congiuntamente ad un capillare controllo dei microchip, si può evitare l’affollamento del canile municipale che rischia di mandare in pallone l’intero sistema di accoglienza. Un Pit bull ricoverato, infatti, occupa da solo una gabbia. Non può essere tenuto assieme ad altri cani.
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