“Due palermitani su tre faranno la differenziata entro il 2026“: Questo è l’obiettivo che la Rap, azienda partecipata del Comune di Palermo che si occupa della gestione dei rifiuti in città, si è posta all’interno della bozza di piano industriale. Un documento di 66 pagine nel quale l’amministratore unico Girolamo Caruso e i suoi tecnici gettano le basi per il futuro dell’azienda. Fra l’azzeramento dei casonetti e il ‘sogno’ di un termovalorizzatore nell’impianto di Bellolampo, la partecipata del Comune dedica ampio spazio al potenziamento del servizio di riciclo.
Il punto di partenza
Numeri che, sul fronte della raccolta differenziata, appaiono una montagna irta e decisamente ardua da scalare. Il punto di partenza, infatti, è davvero poco incoraggiante. Secondo gli ultimi dati ISPRA, il capoluogo siciliano si aggira intorno al 20% di raccolta differenziata (dato che sale al 30% se si considera l’intera provincia). Numeri ben lontani da quelli richiesti dall’Europa nell’ambito degli investimenti sull’economia circolare, che prevedono di raggiungere una percentuale del 65% entro il 2025.
Un gap che si dovrà colmare già a partire dall’attuale flotta di cassonetti presenti in strada. Secondo i dati forniti dall’azienda, sono 8000 i contenitori dedicati in città al prodotto indifferenziato, mentre si ferma a 1500 la quota di quelli dedicati alla differenziata. Numeri di oltre cinque volte inferiori e che si aggiungono ad una raccolta porta a porta che fatica ad ingranare nelle aree in cui è già partita, in particolare nei quartieri popolari.
Il piano di Rap sulla differenziata
Guado dal quale Rap punta ad uscire attaverso quattro step che riguarderanno il quadriennio 2023-26. Un piano che ha come primo momento di controllo la fine del 2023. Momento nel quale Rap punta ad arrivare al 25% per effetto dell’avvio della raccolta differenziata porta a porta all’interno dei quartieri marinari. Un piccolo passo in avanti, quindi, al quale si aggiungerà il secondo punto intermedio, ovvero l’arrivo al 40% entro il 2024 per effetto dell’avvio della campagna di raccolta differenziata relativa alla frazione organica su una platea complessiva di 450.000 abitanti. Step al quale si aggiungerà la volontà, da parte dell’azienda, di aprire cinque nuovi centri comunali di raccolta.
Quadro dei CCR che si completerà nel 2025, con la creazione di ulteriori cinque centri di raccolta. Un piano che si complterà con l’avvio della raccolta differenziata stradale di prossimità su una platea di 450.000 abitanti. Elemento per il quale l’azienda punta a raggiungere il 60% di prodotto differenziato entro il 2025 e che dovrebbe estendersi al 65% entro il 2026, per effetto dell’estensione della misura su tutto il territorio comunale.
Pro e contro del piano
Un piano con punti definiti e con obiettivi ben precisi. Volendo fare una veloce analisi SWOT (metodo di analisi usato in economia per valutare la sussistenza o meno di un piano), si evincono alcune potenzialità ma altrettanti limiti, soprattutto umani. Da un punto di vista meramente finanziario, la volontà di Rap ha fondamenta abbastanza solide. Sul fronte del centri comunali di raccolta infatti, l’azienda potrà contare su 6,7 milioni di euro da investire per edificare 10 nuove strutture, a cominciare da quella di via Nina Siciliana, in zona Noce.
Risorse disponibili anche per il potenziamento della raccolta differenziata di prossimità, da avviare fra l’ultimo trimestre del 2023 e il primo trimestre del 2024. Le attrezzature infatti potranno essere acquistate con fondi PON-METRO e con risorse statali. Rimangono però da superare alcune difficoltà. Fra queste le evidenti carenze di personale. Ranghi ridotti di 800 unità dal 2014 in avanti. L’azienda ha già avviato le procedure propedeutiche per l’assunzione di nuovi autisti ed operatori ecologici. Bisognerà però passare dal piano industriale prima e dal piano del fabbisogno del personale poi.
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