- A Palazzo Reale il finissage della mostra “CamGirl” di Max Ferrigno
- Il 17 dicembre performance live dell’artista in Sala Pompeiana
- L’evento organizzato dalla Fondazione Federico II
La Fondazione Federico II, a conclusione della personale “CamGirl” dell’artista piemontese ma palermitano di adozione Max Ferrigno, organizza il finissage della mostra venerdì 17 dicembre alle ore 11.
L’opera completata dall’artista in Sala Pompeiana
L’opera è ispirata a Hally Rite, Cam Girl americana e sarà completata dall’artista in Sala Pompeiana a Palazzo Reale di Palermo. Fa parte della personale “CamGirl” della collezione, esposta fino a qualche giorno fa al MEC Museum di Palermo.
Performance live, i presenti
Oltre all’artista, saranno presenti alla performance live il Presidente della Fondazione Federico II, Gianfranco Miccichè; il Direttore Generale, Patrizia Monterosso e Giuseppe Forello, fondatore del Mec Museum, museo palermitano dedicato al mondo della Apple.
Modalità di accesso al finissage
L’accesso a Palazzo Reale sarà consentito dal Portone Monumentale di Piazza del Parlamento, esibendo il super green pass, misurazione della temperatura e secondo le procedure indicate sul sito della Fondazione.
Chi è Max Ferrigno
Come si legge sul suo sito internet, Max Ferrigno è nato a Casale Monferrato il 14 Novembre 1977.
Comincia a lavorare come decoratore subito dopo aver conseguito il diploma artistico, riuscendo così a mantenere un forte legame con l’arte. Nel suo piccolo laboratorio artistico, per tredici anni, dà forma alle fantasie dei suoi sempre più numerosi clienti. Disegna trompe – l’oeil per negozi e appartamenti, fondali per le agenzie teatrali, realizza scenografie per Gardaland, Eurodisney, MiniItalia, Cow Boy Guest. Viaggia moltissimo.
Parallelamente prende forma la prima parte del suo percorso artistico: una lunga serie di lavori dedicati al Messico, all’Africa e al Sud America, incentrati sul “burro”, l’asino simbolo della speranza di rinnovamento del panorama sociale, culturale e storico del mondo.
La passione per i cartoni animati
Ma è nel 2005 che la sua sensibilità artistica subisce una forte scossa, talmente forte da definire tutto ciò che aveva creato fino a quel momento “passato”. Riprende a guardare i vecchi cartoni animati giapponesi, ad ascoltare le sigle tv.
Improvvisamente gli echi della memoria infantile diventano la sorgente di un’esplosione di idee e di progetti.
Il popsurrealismo
Inizia così la fase “popsurrealista” di Max Ferrigno, dove i personaggi dei cartoni animati, le merendine ed i giochi di una generazione diventano “attori attivi” nelle sue opere in un tripudio di colori accesi, intensi e dissonanti. Un linguaggio che sembra destinato ai bambini ma che in realtà è rivolto agli adulti. Ciò che colpisce, infatti, è la forza espressiva che trapela dalle sue tele: emozioni, stadi d’animo, profumi e sapori.
Nel novembre del 2010 espone la sua prima importante collezione a Milano “Les Sucreries”, un successo che richiama l’attenzione di molti critici e appassionati di popsurrealismo.
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