Un arazzo “nascosto” dentro Palazzo Reale, una delle tante meraviglie contenute all’interno del grande scrigno. A svelare a visitatori e appassionati l’arazzo dei Branciforti, che si trova all’interno della Torre Pisana, un libro di Maria Carbone che nel Palazzo lavora come assistente parlamentare, lo ha osservato per anni, studiandolo con passione e competenza.
Il libro “L’arazzo d’oro dei Branciforti”
“L’arazzo d’oro dei Branciforti” il titolo del volume presentato nella Sala Mattarella dell’Ars dal presidente Gianfranco Miccichè, dal segretario generale dell’Ars Fabrizio Scimè, dalla docente di Filosofia e Scienze umane Rosanna Restivo, dallo storico dell’Arte Giulia Davì, dallo storico Antonio Morreale; moderatore il giornalista Pippo Montedoro. È intervenuta la vicepresidente dell’Ars Angela Foti.
Il volume ricostruisce avvenimenti storici e culturali
Il volume, oltre agli aspetti artistici e stilistici legati alla sua manifattura, vuole ricostruire anche gli avvenimenti storici e culturali che hanno accompagnato la realizzazione dell’arazzo, su commissione dei Branciforti, difficilmente a Palermo dove mancavano le maestranze. L’opera fa sfoggio dei temi barocchi, fra cui l’horror vacui, frammisto alla tradizione del ricamo siciliano.
Un lungo lavoro di studio e ricerca
“E’ un arazzo – ha detto Miccichè – straordinario, l’autrice ne è innamorata, siamo stati molto felici di aiutarla nel lavoro di ricerca anche perché l’opera non aveva una pubblicazione specifica. La sua passione e il suo studio attento ci hanno aiutato a vedere particolari che altrimenti ci sarebbero sfuggiti”.
Sicilia inserita nelle dinamiche della storia europea
“L’arazzo – ha detto l’autrice – è realizzato con ago e filo e rientra nella tipologia della tradizione ricamata siciliana, molto diversa dal filone fiammingo. Fu utilizzata sete, argento e oro, una quantità di oro commensurabile al rango della famiglia e alle ambizioni politiche che nutriva. L’opulenza con cui fu ricamato attesta il fasto e la ricchezza di una stirpe blasonata e testimonia una Sicilia inserita a pieno titolo nelle dinamiche della storia europea”.
Lettura polisemica dei simboli dell’arazzo
L’autrice ha realizzato una lettura polisemica dei tanti simboli che sono leggibili, alcuni dei quali assumono una propria specificità semantica nel campo dell’araldica, fra questi i leoni del blasone, un mascherone apotropaico e la melagrana.
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