(con la partecipazione di Piero Messina ed Edoardo Ullo)
Il Palazzetto dello Sport di Palermo: un sogno durato soltanto nove anni e conclusosi nel 2008, quando la copertura dell’impianto ha ceduto a causa di un’ondata di maltempo. Da allora sono passati quattordici anni e la struttura, da luogo di grandi eventi musicali e sportivi, si è trasformata in una sorta di set per un film dell’orrore o post-apocalittico. Sembra quasi di essere in una pellicola alla Indipendence Day. La natura ha inghiottito praticamente l’intero ingresso. I ladri hanno rubato tutto, persino quello che sembrava impossibile trafugre (ad esempio una trave portante).
Uno spettacolo agghiacciante nel quale i vandali hanno fatto il resto, bruciando e danneggiando ciò che è rimasto. Il plesso sportivo è quindi ridotto alle ceneri, anche se oggi inizia ad aprirsi qualche spiraglio sulla sua possibile riapertura. Fatto di cui si è discusso all’interno di “Sicilia“, approfondimento giornalistico realizzato dall’emittente Video Regione.
Nicola Ferro, l’ultimo giocatore palermitano al PalaSport
Lo sport è scomparso nel 2001 con l’ultima stagione di A1 del pallavolo della Domina Palermo. Nicola Ferro, adesso allenatore della Re Borbone Saber Palermo (formazione di Serie B), è stato l’ultimo atleta palermitano a calcare quel parquet. Giocava come alzatore nel Palermo. Era il 2005.
“Fu l’ultimo campionato di serie A1 che si è visto a Palermo e in quel palazzetto – racconta Nicola Ferro -. Dopo quel torneo, l’impianto venne chiuso e sappiamo benissimo in che condizioni si trova adesso. Per me, che è stato l’unico anno di A1, è stato un sogno giocare a Palermo e soprattutto in quell’impianto perché che era ad uso esclusivo nostro e quindi noi ci allenavamo la mattina e il pomeriggio. Potevamo scegliere gli orari più consoni. Vederlo poi negli anni in queste condizioni, soprattutto per un palermitano, non è sicuramente una cosa che fa piacere. Quando si giocò la semifinale scudetto (sia nella stagione 1998-1999 che in quella successiva), in casa c’erano 6000 spettatori. E forse 6000 fuori che volevano entrare. Quindi questo ti fa capire quanto il pubblico possa incidere in una partita di pallavolo, soprattutto soprattutto al Sud”.
A metà marzo 2008 il concerto di Venditti, poi la chiusura
Gli spettacoli, invece, sono andati avanti fino al 15 marzo 2008. Le ultime note che risuonano al Palasport di Palermo furono quelle di Antonello Venditti. Due settimane dopo lo show del cantautore romano, una tempesta ha spazzato via le vele piazzate sul tetto. Un danno che è diventato un incubo e che ha determinato la chiusura dell’impianto per 14 anni, tra tempo perso a caccia di soldi per la ristrutturazione o per lungaggini burocratiche.
Un problema che, secondo qualcuno, poteva essere risolto con pochi investimenti. Ma c’è chi sostiene che quelle vele spazzate in aria per il maltempo possano dimostrare l’esistenza di un errore progettuale. A parlare, infatti, è Sergio Sparacio, dirigente dell’ufficio Sport al Comune di Palermo. “Dal momento dello scoperchiamento del tetto abbiamo capito che non era una cosa di poco conto. Questa storia che si trattasse di un danno esiguo è diventata un mito ma non era così. A prescindere dalla scoperchiatura del tetto poi, per altri problemi, si è dovuto lasciare la struttura. E questa è stata occasione per i criminali di vandalizzarla. A dir poco. Come potete vedere hanno lasciato solo lo scheletro”.
I costi e gli interventi su un impianto diventato cattedrale nel deserto
L’impianto è costato 43 miliardi di vecchie lire (l’equivalente di circa 21 milioni di euro). I soldi arrivarono dalla legge regionale per le Universiadi siciliane del 1997. Per quella kermesse passata alla storia per ritardi e sprechi, “mamma” Regione tirò fuori più di 500 miliardi delle vecchie lire con risultati ben al di sotto delle aspettative. Gli impianti, infatti, vennero consegnati quasi tutti alla fine della manifestazione.
Una struttura vittima, oltre che dell’incuria e dell’abbandono, anche di ladri e vandali. Hanno letteralmente rubato ogni cosa: dalle vetrate all’attrezzatura, passando per i fili elettrici e per finire con una trave. E’ Sergio Sparacio a fare una conta sommaria dei danni. “Hanno rubato tutta la vetrata su tre elevazioni, quindi tre piani di vetrate. Hanno portato via anche una trave portante che è stata ricostruita. E i piloni esterni di design, che servono anche da frangisole sono stati abbattuti e portati via. Quindi danni notevoli alle strutture e inoltre, anche se riteniamo sia stato involontario, è stato pure vittima di un incendio provocato probabilmente da alcuni barboni che alloggiavano, che si volevano riscaldare per la notte. Quindi, diciamo, che questo impianto ha subìto di tutto e di più”.
Francamente, fatichiamo a capire come questo tipo di “blitz” si sia potuto realizzare. Ma la storia non finisce qui. Una volta spogliato di tutte le cose che si potevano prelevare, il Palazzetto dello Sport è diventato preda dei vandali e dei senzatetto che, pur di non restare all’addiaccio, avevano trovato in quel tempio dello sport e della musica un comodo riparo. E pur con la pioggia che colava dal tetto e col vento che soffiava da tutti i lati, alla fine il palazzetto è stato pure dato alle fiamme.
Verso il recupero del Palazzetto dello Sport di Palermo
Il palazzetto ha subito anche la costante penuria di fondi. Fatto superato negli ultimi mesi. I soldi per rimettere in piedi quest’opera, infatti, ci sono. Adesso vanno spesi. Il tetto, adesso, è a posto. E tutto il resto quando e come si farà? A rispondere alla domanda è l’assessore allo Sport del Comune di Palermo Sabrina Figuccia che ha spiegato come qualche cosa effettivamente si sia mossa.
“Abbiamo già investito 3 milioni di euro, quindi non mi pare che il danno sul tetto possa essere identificato come un danno di piccolo importo. Piuttosto, diciamo, decisamente oneroso. Purtroppo la situazione è quella che è. La vediamo tutti, ma oggi siamo qui per guardare al futuro e programmare una vera ripresa di tutti gli impianti della città di Palermo. Questo è sicuramente uno dei più significativi, il più importante della nella nostra città, a cui dedicare davvero tanto impegno, costanza e dedizione”.
“A partire da una fase preliminare di progettazione – prosegue Sabrina Figuccia – che è già nella sua parte conclusiva e sulla quale stiamo cercando di dare una spinta, una accelerazione concreta fino ad arrivare alle risorse che sono state già stanziate e che sono ferma al palo da troppi anni. Sono circa otto i milioni di euro che verranno investiti in questa struttura per farla ritornare ad essere ciò che era un tempo e per restituirla finalmente ad una cittadinanza che ne ha bisogno davvero. Ha fame di impianti sportivi, sia in una logica di ripresa dello sport che in una logica di ripresa di grandi eventi che possano dare lustro alla nostra città. In questi mesi molto si è fatto in termini anche di ripresa dell’impianto in carico”.
“Per farvi un esempio – dichiara Sabrina Figuccia -, nelle prossime settimane ricominceranno i lavori della Reset di pulizia del verde. Perché anche l’accesso, come voi avete potuto vedere, non è semplicissimo. E così, anche per dare la possibilità ai tecnici di fare rilievi per poi avviare i lavori che abbiamo, di concerto con l’amministrazione, stabilito anche per riprendere familiarità con l’impianto, a partire da quello che è un processo di riacquisizione e quindi di pulizia”.
I lavori saranno controllati con l’ausilio della Protezione Civile
In tempi ragionevoli, quindi, si partirà con i lavori. Rimane però un enorme problema: chi vigilerà sugli interventi? Chi sorveglierà il cantiere durante la conduzione delle opere? Chi eviterà gli ennesimi atti di vandalismo che potrebbe rallentare o addirittura bloccare l’iter? L’assessore Figuccia, evidenziando alcune carenze di personale, ha una sua personale idea sull’argomento.
“Ovviamente stiamo lavorando alacremente per trovare soluzioni concrete che riescano a supportare la forza della Polizia Municipale che oggi è davvero esigua a causa dei tantissimi pensionamenti. Sono davvero pochissime le risorse umane impiegate e quindi dobbiamo trovare soluzioni alternative che passino anche attraverso il coinvolgimento del tessuto sociale. Quindi, grazie alle tante associazioni che si occupano anche di Protezione Civile, con le quali stiamo ragionando in un’ottica sinergica“.
Riapertura dell’impianto nel 2025
Ma quando effettivamente l’impianto potrà tornare al suo vecchio splendore? Appuntamento, sembra, al 2025 per riaprire i portoni del Palazzetto dello sport di Palermo. Tra due anni la città potrebbe riavere il suo palazzetto. Gli sportivi attendono.
Nicola Ferro, che ricordiamo è stato l’ultimo giocatore palermitano a calcare il parquet della struttura, potrebbe essere tra i primi se non il primo allenatore palermitano a tornare all’impianto. Un evento che potrebbe essere paragonato a quello del ritorno sulla Luna. “Spero che al di là della nostra società che continua a fare la serie B con tanti sacrifici – osserva il tecnico della Re Borbone Saber – ma spero anche in altri sport come il basket che possano raggiungere una categoria che sia degna di questo palazzetto”.
Non solo Sport ma anche cultura nel futuro dell’impianto
Ma come già accaduto in passato, quel palazzetto non sarà soltanto la Casa dello sport. A Palermo si parlerà di cultura e di arte. Ecco il progetto per il futuro.
Sergio Sparacio infatti, parla di una struttura polivalente in grado di ospitare eventi di ogni genere. Piccoli ma, soprattutto, grandi. Nazionali ed internazionali. “Bisogna far far si che l’impianto diventi polivalente e che serva veramente ad ospitare non solo eventi sportivi grandi, ma anche piccoli eventi sportivi, concerti, convegni. Perché questa deve essere una struttura che deve ritornare a vivere h24, perché il flusso continuo e il buon uso con la pratica sportiva degli impianti tenga lontana la criminalità. Quindi il suo utilizzo serve anche a salvaguardare l’impianto una volta che sarà ripristinato”.
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