“Pago le mie denunce contro la Saguto e la sua gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale. Basta leggere le intercettazioni per capirlo: era lei a sollecitare che si indagasse su di me”.
Nonostante la procura di Caltanissetta abbia escluso ogni legame fra le due inchieste è questa la linea difensiva di Pino maniaci, rappresentata ai magistrati e poi raccontata ai giornalisti durante una conferenza stampa fiume nello studio dell’avvocato Batolomeo Parrino, uno dei suoi difensori, insieme a Antonio Ingroia.
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“Assistiamo ad una giustizia a due velocità – ha detto Maniaci – c’e’ gente libera, indagata per corruzioni milionarie, mentre io sono stato massacrato e mi trovo un divieto di dimora per accuse ridicole”.
Il direttore di Telejato, accusato di estorsione, non ha tentennamenti nel definirsi una vittima e nell’attaccare a sua volta l’inchiesta anche dopo essere stato interrogato dal gip che lo ha ascoltato per circa un’ora.
“Non so chi c’è dietro questo complotto contro di me – dice – comunque la Saguto sapeva molte cose. Alla fine di questa inchiesta si vedrà come fosse del tutto inconsistente e molta gente mi dovrà delle scuse”.
La magistratura non è esente da critiche secondo Maniaci “Per notificarmi il divieto di dimora – dice – hanno aspettato un blitz antimafia che con me non c’entrava niente. Io accanto a boss pezzi di m…, che ho sempre accusato”.
Maniaci racconta inoltre di aver avviato un’inchiesta sulle consulenze al tribunale fallimentare, altro motivo, a suo dire, di vendetta nei suoi confronti. Un vero e proprio fiume un piena che gli avvocati non arginano nonostante le accuse più o meno velate lanciate alla procura di Palermo e nonostante fra di loro ci sia un ex procuratore come Antonio Ingroia
In aggiornamento
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