Per oltre un anno la compagnia aerea ha ignorato la richiesta di un passeggero, costringendolo a rivolgersi a uno studio legale. Risultato: oltre alla compensazione prevista dal regolamento europeo sul trasporto, ha dovuto pagare anche le spese legali.
Le cifre non sono rilevanti ma è il principio stabilito dal giudice, in questo caso, a far segnare un punto importante per i consumatori. E nel caso che vede protagonista il professore palermitano Pietro Busetta, a cui è stato annullato per overbooking un volo da Bari. Tutto comincia il 26 agosto 2019.
Busetta quel giorno sarebbe dovuto partire da Bari, con destinazione Palermo, con un volo della compagnia Volotea. Ma al suo arrivo in aeroporto la sorpresa: niente imbarco per overbooking ma possibilità di richiedere la compensazione pecuniaria prevista dal regolamento europeo sul trasporto aereo (Regolamento CE n. 261/2004), pari a 250 euro, attraverso una attestazione consegnata direttamente dal personale della compagnia. Tutto apparentemente semplice. Ma il professore per mesi non riceve alcun importo.
Dopo 7 mesi Busetta decide di rivolgersi all’avvocato Alessandro Palmigiano, esperto in tutela del consumatore e del mercato, che assieme al collega Mattia Vitale avviano una causa davanti al giudice di pace di Palermo. A novembre del 2020, 15 mesi dopo l’annullamento del volo, la compagnia decide di pagare al passeggero la compensazione pecuniaria prevista.
“Non si può ignorare per mesi la richiesta di un consumatore – obietta l’avvocato Alessandro Palmigiano – trascurare i continui solleciti e obbligarlo a fare causa, pensando che questo non abbia conseguenze. Mi auguro che questo giudizio rappresenti anche un monito per quelle grandi società che cercano di resistere, sperando che i consumatori cedano o rinuncino a far balere i propri diritti”. Il giudice di pace di Palermo, Rosina Maria Graziano, ha condannato Volotea al pagamento di 300 euro a titolo di spese legali.