L’ex capo dell’ufficio del Gip di Palermo Cesare Vincenti si è suicidato lanciandosi dal balcone della sua abitazione, nella zona residenziale di via Sciuti.
Vincenti e il figlio Andrea, avvocato, erano indagati dal giugno scorso dalla Procura di Caltanissetta per corruzione e rivelazione di notizie riservate nell’ambito dell’indagine sulla presunta fuga di notizie relativa all’ex patron del Palermo Maurizio Zamparini che avrebbe appreso preventivamente della pendenza di una richiesta di custodia cautelare nei suoi confronti.
L’inchiesta sui Vincenti è una costola dell’indagine sull’ex patron del Palermo calcio Maurizio Zamparini e in particolare sulle talpe che avrebbero permesso al presidente rosa di prevenire alcune mosse degli investigatori.
Nell’ambito di questa indagine il 13 giugno scorso gli ufficiali del nucleo di polizia economico finanziaria si sono presentati davanti alla residenza di Cesare Vincenti, capo dei gip di Palermo notificandogli l’avviso come indagato nella vicenda per rivelazione di notizie riservate, corruzione e abuso d’ufficio.
Nel registro degli indagati compare anche il nome del figlio, l’avvocato Andrea Vincenti. Ma c’è anche il nome di un altro magistrato, è quello di Alida Marinuzzi del tribunale civile. Alla giudice viene contestato il reato di abuso d’ufficio. Secondo la Procura di Caltanissetta Marinuzzi avrebbe firmato un provvedimento su una vendita all’asta di un immobile pignorato che interessava al figlio di Vincenti.
Vincenti figlio, in quelle ore, si lasciò andare ad alcune dichiarazioni anche sulla vendita delle casa all’asta resa possibile, secondo le accuse mosse, grazie al presunto tentativo da parte del padre di fare pressione sul giudice Marinuzzi per agevolare la vendita. “Niente di illegittimo – aveva chiarito Vincenti -. Mia madre aveva individuato una casa in via Notarbartolo per mia sorella che doveva sposarsi. Ma su quella casa c’era un pignoramento in corso. Ci siamo allora fatti carico del necessario, c’era però bisogno della firma del giudice per chiudere la procedura esecutiva”.
La tragedia si è consumata in via Mario Rapisardi ed ha lasciato sotto shock residenti e passanti.
Secondo le testimonianze raccolte nell’immediatezza dei fatti il giudice soffriva di crisi depressive ma questo aspetto dovrà essere chiarito come tanti altri.
Cesare Vincenti era andato in pensione il 19 giugno scorso, così come previsto da tempo. Circa due settimane fa, come è prassi negli uffici giudiziari, Vincenti aveva organizzato una festa di commiato per il suo pensionamento al Palazzo di Giustizia.
Alla cerimonia aveva partecipato però solo il personale amministrativo del suo ufficio; l’unico magistrato presente aveva spiegato che i colleghi non avevano potuto prendere parte perché già impegnati.
In via Mario Rapisarda a Palermo questa mattina sul luogo dove è stato trovato il corpo dell’ex capo dei gip Cesare Vincenti sono arrivati il procuratore capo Francesco Lo Voi e i vertici di polizia e dei carabinieri. Le indagini sono coordinati dal pm Federica La Chioma.
“L’arrivo dell’avviso di garanzia e le indagini da Caltanissetta non ha nulla a che vedere con quanto successo oggi – lo dice l’avvocato della famiglia Paolo Grillo – il presidente Vincenti era affetto da un anno da depressione. Le cure non hanno fatto effetto. Era refrattario alle cure. Il presidente Vincenti aveva grandi competenze. Certamente la pensione non è la causa di quanto successo. La famiglia è molto addolorata. Palermo ha perso un ottimo magistrato un ottimo giurista e una persona per bene”. In casa il presidente era con la figlia.
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