Lasciato morire di stenti per purificarlo, con l’assicurazione data al padre che non c’era nulla di preoccuparsi perché sarebbe risorto dopo essersi liberato di Satana. Una morte atroce, quella di Emanuel Barreca, il bimbo di 5 anni vittima della strage di Altavilla Milicia, nella quale sono morti anche la madre, Antonella Salamone, e il fratello Kevin, di 16 anni. A fornire l’agghiacciante racconto alla trasmissione Ore 14 di Rai 2 è stata Roberta Bruzzone, la criminologa che fa parte del team della difesa di Giovanni Barreca, il padre di Emanuel, in carcere sospettato di aver compiuto la strage insieme ad una coppia, Massimo Carandente e Sabrina Fina, ritenuti dallo stesso Barreca gli ideatori della strage.
E proprio questa convinzione è emersa dall’incontro che la Bruzzone ha avuto ieri al Pagliarelli con il muratore, che ha raccontato le ultime settimane e i drammatici momenti della strage.
Bruzzone, “I riti di purificazione sono iniziati a gennaio”
“I riti di purificazione sono iniziati a gennaio, sui due ragazzi, Miriam (l’altra figlia di Barreca, sospettata anche lei di aver avuto un ruolo nella strage) e Kevin. Sembrava andare tutto bene, in città raccontano di aver visto in strada Miriam e Sabrina cantare, ma evidentemente poi qualcosa è cambiato. Molto probabilmente la madre si è messa di traverso, e hanno visto in lei il nuovo nemico. L’hanno seviziata, torturata, fatto bere acqua con detersivo. Forse non volevano ucciderla, ma fatto sta che la donna è morta – dice la Bruzzone in trasmissione –. Dicono al marito di non seppellirla ma bruciarla, in una sorta di rito di purificazione. La situazione precipita quando al bimbo manca la mamma e comincia a piangere e a fare i capricci, a questo punto lo legano e lo lasciano morire di stenti, e dicono al padre di stare tranquillo perché tanto resusciterà e starà meglio, in quanto anche lui posseduto dal demonio”.
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