E’ di quattro arresti e quasi tre tonnellate di rame sequestrate l’esito di due distinte operazione condotte dalla Polizia di Stato negli ultimi giorni. Nel primo caso, la Polizia di Stato ha arrestato Salvatore Lombardo, 25enne palermitano e Giuseppe D’Antoni, 44enne nato a Castelvetrano, per ricettazione. Nella ditta Sicil Demolizioni allo Zen a Palermo gli agenti hanno trovato 466 kg di rame, raccolto in matasse, di cui il titolare, Salvatore Lombardo non ha fornito alcuna documentazione che ne attestasse la provenienza.
Nel corso delle attività, e precisamente durante le fasi di pesatura e sequestro del rame rinvenuto, è arrivato nell’azienda un autoarticolato trainante un container contenente matasse di rame, per un peso complessivo di 1780 kg.
Il mezzo pesante era condotto da Giuseppe D’Antoni, il quale, al pari di Lombardo, non ha fornito alcuna plausibile giustificazione inerente il trasporto e la relativa merce. che è stata posta sotto sequestro.
I due soggetti sono stati tratti in arresto per il reato di ricettazione e condotti presso gli uffici della Squadra Mobile.
Successivamente, sono stati tradotti presso la casa circondariale “Pagliarelli”
Sono in corso ulteriori accertamenti da parte della Squadra Mobile per risalire alla provenienza delle due tonnellate di rame sequestrato.
Nel corso di un secondo intervento, i “Falchi” della Squadra Mobile hanno, arrestato Simone Frisella, 37enne ed Giorgio Aversa 24enne, entrambi pregiudicati, ritenuti responsabili del furto di 300 kg., circa di rame e materiale elettrico.
I poliziotti hanno sorpreso i due malviventi dopo che questi avevano saccheggiato di rame e materiale elettrico industriale uno stabile in disuso sul lungomare Cristoforo Colombo.
Il mercato del rame ricettato fissa il suo valore sui 7 euro circa al kg.
Entrambe le operazioni condotte dalla Polizia palermitana sembrano confermare che esiste, dell’“oro rosso”, una filiera illegale vastissima e sempre più organizzata: a seguito del furto di rame dalle linee ferrate, dalla rete elettrica, dalle linee telefoniche, dai cantieri, dalle fabbriche, ladri e ricettatori riescono a renderlo irriconoscibile, fonderlo e quindi riciclarlo per la sua totalità.
Le fonderie lo trasformano in lingotti che vengono poi inviati, all’interno di container, per lo più in oriente.
Il furto di rame, oltre ai danni economici subiti dai proprietari del materiale, determina, in molte occasioni, anche l’interruzione di un pubblico servizio, quando avviene su linea ferrata o, comunque, gravi disagi agli utenti nel caso di furto da linee o cavi elettrici e telefonici. Estremi sono poi i rischi di folgorazione o ustione ai quali si espongono gli autori del furto.
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