Cosa ci fa Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, a Catania, in un evento che parla di “Riflessioni sulle città”? È il segnale che qualcosa si sta muovendo all’interno degli scenari politici regionali? Il sindaco di Palermo sta anticipando le proprie mosse in vista delle prossime elezioni regionali. La sua presenza alle falde dell’Etna, di certo, non è passata inosservata dalla corsa per Palazzo Orleans. Che i giochi siano iniziati è cosa nota e che il centro sinistra sia un una fase di tribolazioni altrettanto ma lo scacchiere è tutt’altro che definito. Intanto iniziano ad uscire fuori i primi nomi da un centrosinistra che ancora deve capire cosa fare da grande e con chi allearsi per sconfiggere il fronte opposto, che sembra più organizzato.
Fatto sta che il sindaco di Palermo, non più ricandidabile nelle elezioni in programma proprio fra due anni, mesi prima delle elezioni regionali inizia a varcare la soglia del Capoluogo siciliano. Il progetto, come riporta La Sicilia, sarà delineato con l’elezione a segretario del Pd di Anthony Barbagallo il quale ha dichiarato che, per allargare il perimetro del centrosinistra si deve coinvolgere il mondo della sinistra e dei movimenti civici, ma anche “coinvolgere
Italia Viva e Cinquestelle partendo dal presupposto dell’alleanza romana e dal fatto che i due schieramenti siano all’opposizione alla Regione. L’idea c’è anche se ci sono alcuni angoli da smussare. Basti pensare che, guardando alle prossime Amministrative siciliane, in nessun comune c’è l’accordo Pd-M5S.
Intanto si fa strada l’ipotesi che Orlando possa candidarsi a Governatore siciliano avendo la forza di attrarre i centristi di Italia Viva che già lo appoggiano a Palermo. Il sindaco di Palermo però non piace a una folta fronda dem ed è malvisto anche dal M5S. Tra i papabili anche l’europarlamentare Pietro Bartolo che parte dai 115mila voti presi in Sicilia senza alcuna tessera di partito. si rafforza anche il nome di Caterina Chinnici, che potrebbe essere un nome che convince i grillini. Crescono anche le quotazioni di Claudio Fava, riconosciuto da Nello Musumeci come rivale numero uno. Molto sullo sfondo resta l’unico candidato forte che potrebbe essere espresso dal Pd: Peppe Provenzano.
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