Si discute, in questi giorni, della richiesta di dimissioni che 12 consiglieri comunali hanno indirizzato al Sindaco Orlando, evidentemente ritenendo che non sia più in condizione di amministrare la città.
Non si tratta di una mozione di sfiducia, come qualcuno erroneamente l’ha qualificata, che sarebbe inammissibile perché prematura rispetto ai 24 mesi dall’elezione che la legge richiede come periodo minimo per fare decadere il sindaco con il meccanismo della sfiducia da parte del consiglio comunale, ma di un atto politico, rivolto a chi ha inesorabilmente perduto ogni collegamento con la realtà.
L’iniziativa dei 12 consiglieri comunali rappresenta una iniziativa politica, da apprezzare e sostenere, che non ha nulla a che vedere con i tecnicismi della legge sulla sfiducia.
D’altronde Orlando ormai non sa più a quale Santo votarsi. Le ha provate tutte: aveva impostato l’ultima campagna elettorale per la sua rielezione abbandonando, oserei dire opportunamente, lo slogan che il sindaco lo sa fare inventandosi, stavolta, il “civismo” politico, ovvero il ripudio dei partiti, salvo poi aderire, appena dopo pochi mesi al PD, nonché a candidare alle ultime elezioni politiche, e sempre nel PD, suoi uomini di punta. Recentemente è persino giunto a procedere alla nomina nelle aziende comunali di esponenti indicati dai partiti che lo sostengo. Altro che competenza ed esperienza nelle nomine nelle aziende pubbliche, ma spartizione politica bella e buona.
Alla faccia di quelli che l’avevano votato ripudiando i partiti !!!
Ma Orlando ci ha ormai abituato ad ogni tipo di piroette politico – mediatica, a dire e sostenere tutto ed il contrario di tutto.
La sua più grande abilità, gli si deve riconoscere, è la capacità di attribuire agli altri i suoi fallimenti; riesce ancora a far credere (o meglio, c’è ancora qualcuno che gli crede) che il degrado della città, la sporcizia che ci sommerge, l’abbandono delle borgate, l’inefficienza dei servizi pubblici, l’assenza di ogni programmazione, l’inesistenza di qualsivoglia programma per fare ripartire l’economia cittadina, per rilanciare il turismo, per invertire l’esodo tristissimo dei giovani che lasciano Palermo ritenendola senza speranza per trasferirsi al nord o all’estero, sia colpa delle amministrazioni, diverse dalle sue, che ci sono state in questi ultimi 40 anni, dimenticando che egli è stato sindaco per 5, 6 o 7 mandati (ho perso il numero esatto dei suoi mandati).
È stato capace persino di asserire che i tecnici inviato dal Ministero e che hanno contestato i bilanci comunali fossero incompetenti, perché invece le finanze del comune sono rosee.
Bisogna riconoscerlo, è davvero un mago nell’illusionismo mediatico.
Dunque non rimane che invitare tutti i consiglieri comunali che credono nel munus pubblico che svolgono e ritengono che Orlando abbia esaurito il tempo a sua disposizione a sottoscrivere l’invito alle dimissioni. È un atto politico quello che devono compiere, se hanno a cuore la nostra città.
Da domani comincerò a contare i consiglieri comunali di opposizione che non hanno firmato l’invito alle dimissioni
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