“Il sindaco attuale ha commesso l’errore di scegliere di non essere libero“. Intervenuto a margine della presentazione della sua ultima fatica letteraria “Enigma Palermo“, l’ex primo cittadino Leoluca Orlando ha così commentato l’attuale quadro politico che riguarda il capoluogo siciliano e non solo. Lo ha fatto dalla cornice del cinema Rouge et Noir di piazza Verdi. Luogo nel quale questo pomeriggio il Professore ha lanciato il tomo dedicato alla storia della città analizzata dal suo punto di vista. Pagine, quelle scritte a quattro mani insieme a Costanze Reuscher, in cui Leoluca Orlando parla del passato, del presente e del futuro di Palermo.
Un’analisi che è partita dagli attuali problemi della città e di quello che è stato il primo anno da sindaco di Roberto Lagalla. A specifica domanda, Leoluca Orlando ha dichirato che il primo cittadino, a suo giudizio, “ha commesso l’errore di scegliere di non essere libero. Da quando ha accettato di essere sponsorizzato e sostenuto da Dell’Utri e Cuffaro, e da quando i partiti di destra, che avevano altri candidati di cui abbiamo visto i poster in città, hanno deciso di ritirarli perché non si poteva smentire l’indicazione di Dell’Utri e Cuffaro, ha deciso di non essere più libero”. In merito ad un possibile consiglio da dare al suo successore sullo scranno più alto di Palazzo delle Aquile, Leoluca Orlando è lapalissiano. “Un consiglio? Di fare quello che non ha fatto fino ad ora, anche se è troppo tardi, di dire che lui non vuole essere il sindaco di Dell’Utri e Cuffaro. Non ha detto nemmeno di non essere il loro candidato. Non ha fatto neanche questo. Era il minimo etico e di decenza“.
Un confronto con i giornalisti nel quale Leoluca Orlando ha presentato Enigma Palermo. Un libro nel quale l’ex sindaco ripercorre la storia della città. I suoi momenti più bui, i misteri rimasti tali. “È una storia drammaticamente attuale – sottolinea -. Basti pensare quanto hanno dichiarato proprio in questi giorni i legali e i familiari di Paolo Borsellino. In particolare sulle condizioni in cui versava la procura di Palermo dove i magistrati, tra i quali Giovanni Falcone, non erano messi nelle condizioni di potere indagare i politici e i responsabili degli omicidi di Piersanti Mattarella e di Pio La Torre”.
“È da trent’anni che vado ripetendo queste cose, inascoltato ed insultato – attacca Orlando -. Oggi credo che questo libro dia una sistematica ricostruzione di quanto accadeva in quegli anni terribili, del passato che ricade sul presente”. Un tomo nel quale l’esponente Dem parla anche della condizione dei migranti e dell’approccio che la politica nazionale sta avendo sul tema. “In un momento nel quale stiamo assistendo ad un cambiamento culturale da parte del nostro paese, ovvero una sistematica violazione da parte del Governo Meloni dei diritti, non soltanto dei bambini e delle donne, non soltanto dei poveri e degli ultimi, ma anche di coloro che cercano disperatamente di venire nel nostro Paese per sopravvivere. E la recente visione dei magistrati è la conferma di quello che sostengo in un capitolo del mio libro dedicato al diritto e ai diritti. Per fortuna, abbiamo la Carta Costituzionale, la Corte Costituzionale e la Corte di Giustizia UE”.
Sul perchè del nome “Enigma”, il Professore spiega il suo punto di vista sul capoluogo siciliano. Una visione, come gli piace chiamarla, maturata negli anni e che analizza i contrasti, le contrapposizioni e i dualismi di cui il capoluogo siciliano è fatto. “Palermo è una città piena di contraddizioni. Aristocratica e popolare, pulita e sporca, rumorosa e silenziosa, una città arcaica e moderna, vecchia e giovane al tempo stesso. Contraddizioni alimentate da una grande zona grigia. E lo scopo della mia vita è stato quello di ridurre questi spazi, alimentati dalla paura e da interessi meschini che certamente hanno aumentato da una parte il vittimismo, dall’altra hanno reso forte la mafia“.