Un orfano di mafia non è equiparato ai caduti in guerra, l’ordinanza del Tar per una rivendita di tabacchi

L’essere orfano di vittima di mafia non è una categoria equiparata agli invalidi di guerra e alle famiglie dei caduti di guerra. E’ quanto ha scoperto Giuseppe Virone, parente di Mariano Virone, ucciso a Raffadali in un agguato mafioso la sera del 9 febbraio del 1981 nella strage dei Platani. Virone fu ucciso insieme a Vincenzo Mulè, Domenico Francavilla, incensurati ed estranei alla mafia.

Il concorso

L’agenzia delle dogane e del monopoli nel 2023 aveva indetto un concorso per l’assegnazione di una rivendita ordinaria di generi di monopolio nel Comune di Raffadali (Ag). Il bando veniva riservato ai profughi già intestatari di rivendita di generi di monopolio nei territori di provenienza, a invalidi di guerra, vedove di guerra, orfani di guerra e categorie equiparate per legge. E ancora a decorati al valor militare, altri profughi, mutilati ed invalidi del lavoro con riduzione della capacità lavorativa non inferiore al 40%, vedove di caduti sul lavoro.

Tre partecipanti arrivano ex equo, ma la commissione assegnava la rivendita proprio a Virone anche perché il locale che voleva utilizzare una delle escluse Grazia Ruggeri non fosse conforme ai parametri tecnici richiesti. Grazia Ruggeri assistita dagli avvocati Daniele Piazza e Girolamo Rubino si è rivolta al Tar di Palermo. Secondo i giudici della terza sezione presieduto da Guglielmo Passarelli Di Napoli, estensore Raffella Sara Russo e referendario Bartolo Salone, hanno accolto l’istanza cautelare e sospesa l’assegnazione all’uomo parente di una vittima di mafia.

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L’ordinanza

“L’articolo 9, comma 1 della legge 302 del 1990, invocato dalla difesa – si legge nell’ordinanza – non menziona le vittime di criminalità organizzata tra le categorie equiparate agli invalidi di guerra ed alle famiglie dei caduti di guerra. In riferimento all’esclusione dalla procedura di Grazia Ruggeri, sulla non conformità del locale proposto alla normativa urbanistico-edilizia – non risulta supportata da idonee argomentazioni, non potendo, invero, ritenersi che la sola classificazione dell’immobile ai fini catastali costituisca indice sufficiente dell’inidoneità edilizia del medesimo ad ospitare un’attività commerciale”. Per stabilire a chi andrà la rivendita di tabacchi occorrerà attendere il giudizio nel merito previsto a febbraio 2025. Sempre che non si vada poi in appello davanti al Cga.

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