Cos’è la disciplina senza il controllo? Tutte le idee sono buone, almeno in teoria. Ma a determinarne il risultato è sempre l’applicazione delle stesse. Volendola parafrasare in salsa siciliana anzi parlando proprio del Comune di Palermo, tutte le ordinanze sono potenzialmente giuste, ma chi le rispetta?. Già, i controlli. Il vero tallone d’Achille di alcuni provvedimenti presi da Palazzo delle Aquile per mitigare fenomeni di illegalità, o per disciplinare la movida del capoluogo siciliano, oppure per non creare il caos all’ingresso del porto di Palermo. E chi non vorrebbe un centro città libero dall’abusivismo, con una movida “a norma” e una città senza particolari problemi di traffico.
Dal sogno alla realtà
Poi però c’è da affrontare una realtà che parla di carenze di personale all’interno del comando dei vigili urbani (e che di conseguenza fa il possibile con il personale e i mezzi a disposizione) e di un problema culturale di fondo con cui tutte le Amministrazioni succedutesi negli ultimi anni sono state costrette a scontrarsi. Elementi che, nei fatti, vanificano le buone intenzioni, spostando di poco l’asticella rispetto all’estinzione di tali fenomeni.
Movida e l’attesa per il regolamento
I problemi di Palermo non nascono di certo oggi, anzi affondano le proprie radici nel passato, quasi nel substrato culturale della città. Meccanismi difficili da bloccare, con ingranaggi duri a mollare la presa. E in questa categoria rientra a pieno titolo il fenomeno della movida, già visto durante la pandemia e che, anche oggi, manifesta tutti i suoi effetti nelle strade del centro città. Un tema sul quale si attende da tempo un regolamento organico per disciplinare il fenomeno e fornire un valido supporto al difficile equilibrio fra il quieto vivere e il diritto ad intraprendere l’attività economica. Bilancia sulla quale irrompono a gamba tesa gli abusivi che, sia in “negozi” non a norma che attraverso bancarelle ambulanti, vendono impropriamente alcolici e superalcolici durante la notte. Un tema che è tornato alla ribalta a causa dei recenti fatti di cronaca avvenuti nel capoluogo siciliano, con le istituzioni che si sono dette pronte a fare qualcosa per eliminare il fenomeno in questione, aumentando di conseguenza il controllo del territorio. Ma il tema della costanza torna anche in questo caso. Già perchè fornire un simile servizio di guardiania richiede uomini e mezzi che non sempre sono a disposizione dei ranghi delle forze dell’ordine. Anche perchè, posizionare controlli fermi in una zona provoca soltanto uno spostamento dell’abusivismo verso altri lidi. Elemento che, come avvenuto durante il periodo pandemico, nullifica le restrizioni imposte, rischiando di danneggiare invece le attività commerciali in regola.
Ambulanti padroni del centro città
Il tema del controllo del territorio non ferma di certo qui le sue falangi, che si estendono invece anche ad un’altra ordinanza parzialmente di nuova generazione, ovvero quella sugli ambulanti. Un documento firmato lo scorso 3 agosto dal sindaco Roberto Lagalla che, in sintesi, sancisce l’impossibilità di svolgere commercio su aree pubbliche, anche con mezzi mobili, su una trentina di strade limitrofe a via Maqueda e via Ruggero Settimo. Atto che si è reso necessario per “l’esigenza di contrastare il persistente fenomeno di violazione del decoro cittadino”. In realtà, l’ordinanza per eliminare il fenomeno va ad integrare un documento risalente addirittura al 2015, ovvero alla terza era da sindaco di Leoluca Orlando. L’atto in questione vietava l’apposizione di bancarelle in una vasta area compresa fra piazza Croci, via Libertà, via Ruggero Settino e via Maqueda. Ma come nel caso di quest’ultima ordinanza, anche quella nuova è andata incontro a problemi oggettivi di applicazione. Il problema è quindi sempre lo stesso, ovvero i controlli. Basta farsi un giro in centro, soprattutto nelle ore pomeridiane e notturne, per rendersi conto che gli ambulanti popolano le aree pedonali del capoluogo siciliano praticamente in pianta stabile. Se da otto anni a questa parte le ordinanze continuano ad essere pedissequamente violate, un problema sotto questo punto di vista ci sarà di certo.
Le carrozze trainate dai cavalli e l’indignazione degli animalisti
A proposito del centro città, va sicuramente citata anche l’ordinanza sulle carrozze trainate da cavalli. Atto, quello firmato da Roberto Lagalla a metà luglio, finito al centro delle critiche del mondo animalista e non solo per le disposizioni previste. Limiti che, ha sottolineato più volte l’ex Rettore, sono figli di un confronto con l’Asp di Palermo e i soggetti di controllo interessati. Tema centrale dell’ordinanza ha riguardato la soglia oltre la quale gli animali si dovranno fermare nelle fasce di rischio. Secondo quanto previsto, nelle giornate con temperatura pari o superiore ai 37°, le carrozze si dovranno fermare nella fascia oraria dalle 13,00 alle 15,30. In caso di allerta meteo “rischio 3” (ovvero allerta rossa), diramato con bollettino dal Dipartimento della Protezione Civile, il divieto di circolazione è esteso nella fascia oraria che va dalle 12,30 alle 16,00. Un documento che si rinnoverà automaticamente anche l’anno prossimo, ma che viene ritenuto eccessivamente permissivo da chi difende i diritti degli animali, vista anche l’incidenza dell’umidità sulla temperatura percepita (nell’ordinanza si fa infatti riferimento alla temperatura reale). Altro tema riguarda il potere deterrente offerto dall’ordinanza. Da questo punto vista infatti, chi sarà trovato a trasgredire le regole potrà avere comminata una sanzione amministrativa pecuniaria dai 25 ai 500 euro. Fatto su cui hanno vigilato due volanti della polizia municipale e su cui sembra non si siano registrate sanzioni di merito. Elemento quest’ultimo che, se normalmente andrebbe inserito all’interno degli elementi positivi, fa in realtà riflettere sull’efficacia del provvedimento.
Controlli intermittenti, il problema del traffico al Porto
Continuità: la parola chiave per avere controlli di successo. E su questa base poggia, o quantomeno dovrebbe, l’accordo quadro sottoscritto ad agosto fra il Comune di Palermo e l’Autorità Portuale per risolvere uno dei grandi problemi della viabilità del capoluogo siciliano, ovvero il traffico che attanaglia l’area di via Francesco Crispi. Elemento che in passato è stato aggravato dai ben noti lavori al sottopasso di via Crispi, i quali peraltro vivranno una seconda stagione seppur più breve nel mese di settembre, e che ora si trova a fronteggiare i lavori per la realizzazione del nuovo waterfront, che hanno comportato la chiusura dell’ingresso centrale. Fatto che ha spostato l’uscita dei crocieristi verso il varco Sammuzzo, ovvero quello più vicino alla bretella laterale del sottopasso. Luogo nel quale, ogni mattina, si radunano ogni qualsivoglia genere di mezzo turistico: dalle sopracitate carrozze ai pullmini, passando per i trenini che fanno il giro del centro città. Elemento che provoca ingorghi di auto e mezzi pesanti all’altezza sia del sottopasso e delle bretelle laterali che di piazza XIII Vittime. Un elemento sul quale il Comune di Palermo ha messo in campo alcune volanti della polizia municipale. Il personale dei vigili urbani è stato chiamato a gestire gli ingressi e le uscite dal porto. Prestazioni che verranno pagate dall’Autorità Portuale, con una cifra di 100.000 euro all’anno. Ma se nei primi giorni dall’emanazione dell’accordo si sono registrati progressi interessati, anche qui, ancora una volta, è mancata la continuità. Sono tante le segnalazioni di code infatti che hanno interessato l’area del porto. Il tema rimane quindi sempre quello: le idee sono buone, ma se mancano i mezzi e il personale per metterle in pratica, rimangono solo frasi all’interno di un grande libro dei sogni.
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