Nella notte tra sabato e domenica torna l’ora legale. Lancette indietro di un’ora. L’ora legale in sette mesi ha fatto risparmiare 190 milioni di euro alle bollette degli italiani. Non solo: grazie al minor consumo di energia, si è evitata l’emissione di 200mila tonnellate di CO2. Lo rivela Terna, la società pubblica della rete elettrica.
Domenica 30 alle tre di notte l’ora legale se ne va, torna quella solare. Ma c’è già chi vuole che resti tutto l’anno: la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit hanno raccolto 256.000 firme per questo. Sostengono che,
con questi prezzi dell’energia, nel 2023 si risparmierebbe due miliardi e mezzo di euro. Per questo chiedono alla premier Meloni di prolungare l’ora solare almeno per un mese, a titolo sperimentale.
Nei 7 mesi di ora legale, secondo Terna il sistema elettrico italiano ha risparmiato circa 190 milioni di euro perché dal 27
marzo ha beneficiato di minori consumi per 420 milioni di kwh, pari al valore di fabbisogno medio annuo di circa 150 mila
famiglie. Questo ha consentito una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera, pari a 200mila tonnellate.
Dal 2004 al 2022, secondo Terna il minor consumo di energia elettrica per l’Italia dovuto all’ora legale è stato complessivamente di circa 10,9 miliardi di kWh e ha comportato un risparmio per i cittadini di circa 2 miliardi di euro.
Per questa ragione, la Società Italiana di Medicina Ambientale (Sima) e Consumerismo No Profit in poche settimane hanno raccolto 265.000 firme a una petizione per il mantenimento dell’ora legale. “Siamo oramai a numeri da proposte di Referendum Popolare – spiegano il presidente Sima, Alessandro Miani, e il presidente di Consumerismo, Luigi Gabriele – A questo punto non escludiamo di percorrere formalmente questa strada, dato che è stata appena varata la piattaforma digitale per la sottoscrizione dei Referendum abrogativi”.
I presidenti delle due associazioni chiedono alla premier, Giorgia Meloni, “di trovare il modo di congelare per un mese il
passaggio all’ora solare, previsto per il 30 ottobre, dando così modo al gestore della rete elettrica di verificare sul campo il reale risparmio ottenibile in termini economici e ambientali”.
Oltre al risparmio energetico, “che col crescere dei prezzi del gas è passato da stime di 500 milioni l’anno basati sui dati
Terna a oltre 2 miliardi e mezzo di euro per il solo 2023 – spiegano – si aggiungerebbe un taglio di emissioni climalteranti pari a 200.000 tonnellate di Co2, equivalenti a quella assorbita piantando 2 milioni di nuovi alberi, con benefici per la salute umana e planetaria”.