Oggi l’ultimo saluto a Palermo per Maria Rosa Pilliu, morta all’età di 71 anni a Riace, in Calabria, dove si era recata per qualche giorno. Le esequie si sono svolte nella chiesa dell’istituto salesiano “Don Bosco Ranchibile” a cui ha presenziato anche l’amministrazione comunale di Palermo con un proprio gonfalone: “La presenza dell’amministrazione – ha detto il vicesindaco di Palermo, Fabio Giambrone – ha rappresentato il doveroso ultimo saluto a una donna che, insieme alla sorella Savina, è stata esempio di coraggio e di resistenza al sistema mafioso dimostrando una straordinaria visione di vita nel rispetto dei valori di giustizia e legalità”.
Una donna-coraggio
Maria Rosa Pilliu con la sorella denunciò il boss Pietro Lo Sicco. Di origine sarda, cresciuta nelle casette di piazza Leoni a Palermo, danneggiate dalle ruspe del costruttore Lo Sicco, poi condannato per concorso esterno per i suoi rapporti con la mafia, con la sorella è stata protagonista di una storia di resistenza civile e di ribellione alla mafia. Per decenni le due sorelle, avendo come unici “alleati” una pattuglia di amici giornalisti che rilanciavano le loro denunce, si sono opposte agli interessi dei clan che volevano abbattere le loro case per alimentare il ‘sacco edilizio’ di Palermo.
Il ricordo della casa editrice Feltrinelli
“Ci ha lasciato Maria Rosa Pilliu, animo nobile e battagliero – scrive la casa editrice Feltrinelli -. Con la sorella Savina ha guardato in faccia la mafia e ha risposto di no”. Entrarono in contrasto con il costruttore Pietro Lo Sicco, che voleva acquistare l’area per realizzare un grande palazzo. Quando le Pilliu rifiutarono, Lo Sicco, per costruire il suo palazzo di tre scale e 9 piani, dichiarò al Comune che le particelle erano già sue e si impegnò a demolire le casette altrui. Poi buttò giù con la ruspa le case sopra e accanto a quelle delle sorelle, rimaste inagibili, ma in piedi.
Una lotta durata 30 anni
Le sorelle Pilliu hanno lottato per 30 anni e vinto in tutti i tribunali: i giudici amministrativi hanno dato torto alla società di Lo Sicco, difesa allora da Renato Schifani, e hanno annullato la concessione nel 1996. Poi due sentenze civili definitive hanno stabilito che il palazzo debba essere arretrato (cioè abbattuto) per 2,2 metri per rispettare le distanze e che alle Pilliu spetta un risarcimento di 700 mila euro. Invece il palazzo è rimasto al suo posto e le sorelle non hanno mai incassato un euro.
Parlarono anche con il giudice Borsellino
Le Pilliu avevano iniziato a parlare a luglio del 1992 con Paolo Borsellino, pochi giorni prima che lo uccidessero. “Forte, tenace e battagliera fino all’ultimo. Con coraggio ha detto di no alla prevaricazione mafiosa e si è battuta contro le schizofrenie di uno Stato che non l’ha mai riconosciuta vittima di mafia – ha detto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando -. Maria Rosa Pilliu ha incarnato i valori più belli e puri della lotta alla mafia contribuendo al cambiamento culturale della città. In questo momento di dolore sono vicino alla sorella Savina”.
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