I termovalorizzatori non si devono fare. E’ una levata di scudi da parte delle opposizioni in Sicilia dopo che il piano rifiuti della Regione siciliana ha preso il via e promette di entrare nel vivo. Il no netto non è soltanto più una questione del Pd ma anche i 5 stelle si schierano con veemenza contro quelli che definiscono inceneritori che trasformeranno la Sicilia nella pattumiera d’Italia. Poco importa se l’immondizia per strada c’è già. In piazza oggi a protestare erano in 200 sotto palazzo d’Orleans.
L’attacco del Pd
“Da 25 anni il centrodestra promette di risolvere la questione rifiuti in Sicilia. E la loro soluzione passa sempre da una sola soluzione: gli inceneritori. Lo hanno fatto Cuffaro, Lombardo, Musumeci. E ora anche Schifani, da palazzo d’Orleans, ripropone una ricetta vecchia e fuori dal tempo quando invece occorre incrementare decisamente la raccolta differenziata e realizzando gli oltre cento impianti che servirebbero tra TMB e compostaggio. Stamattina assieme ai deputati regionali Fabio Venezia, Ersilia Severino, Mario Giambona, Tiziano Spada, Valentina Chinnici e con Sergio Lima, componente della segreteria regionale e della Direzione nazionale e Franco Piro, responsabile del dipartimento Economia del Pd Sicilia, siamo stati a palazzo d’Orleans, a Palermo, alla manifestazione indetta per dire un NO deciso e netto ai termovalorizzatori”. Lo dichiara il segretario regionale del Pd Sicilia, Anthony Barbagallo.
Gli inceneritori inquinano per i 5 stelle
“Gli inceneritori per Schifani sono a rischio zero in fatto di inquinamento? Se è così tranquillo, se li faccia sotto casa sua, importanti studi dicono che fanno male alla salute. E tra l’altro sono impianti del tutto inutili, che si faranno, se si faranno, fra anni” afferma il capogruppo del M5S all’Ars Antonio De Luca, che stamattina ha partecipato assieme ai componenti del gruppo parlamentare e ad altri rappresentanti del Movimento, alla manifestazione tenutasi sotto la presidenza della Regione per dire ‘no’ agli impianti.
“Che gli inceneritori – dice De Luca – siano pericolosi per la salute umana lo dice l’Autorità per la sicurezza alimentare europea (EFSA) che nel 2018 ha pubblicato uno studio secondo cui le emissioni provenienti dall’incenerimento dei rifiuti sono da considerarsi ‘dannose per la salute umana’. Nello studio si legge che il processo di incenerimento dei rifiuti, a prescindere dalla tecnologia impiegata, sprigiona diossine e bifenili policlurati nell’ambiente circostante e che le stesse sono da considerarsi sostanze chimiche tossiche che persistono e si accumulano nella catena alimentare’.
L’attacco sulla spesa da 800 milioni
“Dietro le belle parole di Schifani utilizzate per descrivere l’aggiornamento al piano dei rifiuti – afferma il deputato – c’è una sola verità: utilizzare una montagna di denaro pubblico, 800 milioni di euro per costruire due impianti che se tutto va bene non vedranno la luce prima del 2030, anno in cui l’Unione Europa ha fissato rigidi obiettivi di riduzione delle emissioni climalteranti. Paradossalmente la Regione Siciliana potrebbe inaugurare i due inceneritori e subito essere costretta a chiuderli”.
La soluzione pentastellata
”Restiamo convinti – conclude – che la soluzione all’emergenza rifiuti vada ricercata nel recupero della materia. È di gran lunga più conveniente impiegare la gigantesca somma di denaro necessaria per costruire gli inceneritori nel completamento delle piattaforme per la frazione organica (che rappresenta oltre il 40% della raccolta differenziata) e nella predisposizione di programmi di aiuto per i comuni più in difficoltà, come Catania e Palermo”.
La manifestazione
La manifestazione di questa mattina è stata l’occasione per tornare su una polemica vecchia di decenni. “La Regione Siciliana deve smettere di puntare su impianti che bruciano i rifiuti e invece promuovere soluzioni innovative che rispettino l’ambiente e creino lavoro. Non possiamo permetterci di investire in impianti inquinanti, quando la Sicilia ha bisogno di impianti per il riciclo e il compostaggio” sostiene la parlamentare regionale del M5S all’Ars, Lidia Adorno, presente questa mattina insieme ai 200 manifestanti riuniti davanti alla sede della presidenza della Regione per dire no alla costruzione degli inceneritori a Palermo e Catania.
“L’inceneritore non è la soluzione per la Sicilia. È una scelta obsoleta che porta solo danni all’ambiente e alla salute dei cittadini. Abbiamo bisogno di un’economia circolare che riduca drasticamente i rifiuti da smaltire in discarica e promuova il riciclo. L’inceneritore non è una soluzione, è un passo indietro. Avrà bisogno di tonnellate di rifiuti per funzionare a pieno regime, e sarà la Sicilia a doversene fare carico, diventando la “pattumiera d’Italia”. Un inceneritore non è la soluzione neppure per Catania, che si troverà con un mega impianto alle porte della città, con tutti i rischi connessi a una simile presenza nella zona industriale”, ha dichiarato Lidia Adorno.
Le scorie nucleari
Intanto la deputata M5S Cristina Ciminnisi, componente della commissione Ambiente di palazzo dei Normanni, denuncia il silenzio di Schifani sul deposito di scorie nucleari, dopo che il Ministero per l’Ambiente e la Sicurezza Energetica ha aperto ieri il procedimento per la Valutazione Ambientale Strategica e le relative consultazioni sulla carta nazionale dei siti idonei ad ospitare un deposito di rifiuti radioattivi. Un ulteriore passo nell’iter che dovrebbe portare alla scelta definitiva del luogo nel quale realizzare il deposito.
«Desta preoccupazione – dice Ciminnisi – l’assenza di una chiara posizione da parte del Presidente Schifani sull’inserimento di Trapani e Calatafimi Segesta nella carta nazionale dei siti idonei a realizzare un deposito di rifiuti radioattivi, nonostante la contrarietà dei siciliani formulata nella mozione dell’ARS che ha votato all’unanimità un chiaro NO e l’esclusione di tutto il territorio siciliano dalla carta”.
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