“L’operazione si chiamava Colonne d’Ercole e metteva assieme – per far capire anche a chi non mastica politica – una parte dei gruppi che appoggiano formalmente il governo Musumeci, ovvero mezza Forza Italia, la Lega, gli autonomisti e qualcun altro a livello di centristi. E poi dall’altra parte c’è Fratelli d’Italia, Attiva Sicilia e quella parte di Forza Italia, che non si riconosce in Micciché e punta ad abbandonare la scena”.
Colonne d’Ercole, il centrodestra siciliano si spacca a metà
Ecco cosa sta succedendo nei palazzi del potere siciliano. Maggioranza in frantumi e nuove alleanze sul punto di nascere in vista degli importanti appuntamenti elettorali. Il retroscena è stato raccontato a Casa Minutella da Mario Barresi, prestigiosa firma del quotidiano “La Sicilia” e profondo conoscitore delle cose dicibili e indicibili della politica nazionale e siciliana.
Due finanziarie parallele
Sentori di quello strappo si percepivano da tempo, ma la raffigurazione plastica dei nuovi assetti si è avuta nella giornate di discussione parlamentare sulla legge di Bilancio e sulla Finanziaria. Barresi descrive così l’accaduto: “La scena madre di questa situazione – ricostruisce il reporter – avviene quando a un certo momento in Assemblea si tengono due riunioni parallele in due stanze diverse”. Il centrodestra di divide in due blocchi. “I primi sono chiusi in una stanza con alcuni esponenti del centrosinistra e dell’opposizione, gli altri sono nell’altra stanza, praticamente a scrivere due finanziarie parallele”.
Colonne d’Ercole anche dopo il voto di Palermo?
A giochi fatti sui documenti contabili, lo strappo del centro destra, si chiede Barresi, potrà essere sanato? L’Operazione Colonne d’Ercole è un episodio isolato legato alla vicenda della Finanziaria o resterà quel solco profondo a dividere le due anime del centrodestra? “Andando oltre il discorso della Finanziaria – s’interroga il giornalista – c’è da chiedersi se questa situazione sia davvero irreversibile. Adesso ci sarà una, una sorta di di tregua armata perché ci sono le elezioni amministrative, si vota a Palermo, è un voto importantissimo. Ma questa fotografia che abbiamo visto all’Ars rischia di diventare lo scenario che dal 13 giugno in poi ci sarà per le scelte decisive sulle regionali, a partire dalla designazione del candidato a governatore del centrodestra”.
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