Niente sconti, o quasi, per la mafia della provincia di Palermo nel processo che si è celebrato davanti ai giudici della prima sezione della Corte d’Appello di Palermo che ha pressoché confermato quanto era stato disposto in abbreviato dal gup il 20 dicembre 2017. I giudici di hanno di fatto accolto quanto richiesto dall’accusa, infliggendo oltre 3 secoli e mezzo di carcere.
Gli arrestati sono quelli dell’operazione Black Cat dei carabinieri di Termini Imerese, scattata il 31 maggio 2016. Nel procedimento di primo grado i giudici avevano inflitto 39 condanne e 13 assoluzioni, che sono in parte sono state impugnate. Ora in Appello sono state confermate 23 condanne e sono state concessi 13 sconti di pena. Due le assoluzioni piene per Saverio Maranto e Giuseppe Vitanza che in primo grado erano stati condannati a 11 anni e mezzo e 4 anni e 2 mesi.
Come riporta il Giornale di Sicilia, per altri due l’Appello ha ribaltato la precedente sentenza. Salvatore Abbadessa, dall’assoluzione in primo grado è stato condannato a 11 anni, mentre Michele Serraino, anche lui scagionato dal gup, ora è stato condannato a 4 anni. I giudici di secondo grado hanno confermato anche le provvisionali di 470 mila euro per 23 Comuni, all’ex sindaco di Cerda, Andrea Mendola, a 4 vittime di richieste estorsive e ad alcune associazioni antimafia.
Per l’uomo che è ritenuto il capo del mandamento mafioso di Trabia, Diego Rinella, è arrivata una condanna più pesante rispetto al primo grado a causa di una continuazione di pena. Da 16 anni e mezzo a 17 anni e 8 mesi. Sono stati confermati 13 anni al suo presunto braccio destro, Michele Modica e 11 anni, 9 mesi e 10 giorni a Francesco Bonimo. Quest’ultimo è considerato alla guida del mandamento di San Mauro. Pena aumentata anche per Giuseppe Libreri, considerato capo della consorteria di Termini, da 11 anni e mezzo a 13 anni, 10 mesi e 20 giorni, mentre sono stati confermati 11 anni e 4 mesi a, Salvatore Palmisano.
Antonio Giovanni Maranto, da 18 anni e 9 mesi, ha avuto uno sconto a 14 anni e 11 mesi. Per il pentito Massimiliano Restivo è giunta una sostanziosa riduzione da 9 anni e mezzo a 4 anni e 10 mesi. Piccoli sconti anche per Gandolfo Maria Interbartolo (da 14 anni e 9 mesi a 14 anni 4 mesi e 20 giorni), ad Antonio Maria Scola (da 13 anni e 5 mesi a 11 anni 9 mesi e 10 giorni), a Stefano Contino (da 13 anni e un mese a 12 anni e 8 mesi), ad Angelo Schittino (da 10 anni e 4 mesi a 8 anni, 2 mesi e 20 giorni), a Vincenzo Civiletto (da 9 anni e 2 mesi a 9 anni), a Silvio Napolitano (da 6 anni a 5 anni e 4 mesi), a Vincenzo Sparacio (da 11 a 10 anni), a Vincenzo Vassallo (da 11 a 9 anni), a Pietro Termini (da 5 anni a 4 anni e 4 mesi: i giudici hanno disposto pure la scarcerazione, se non detenuto per altro). Per Filippo Giovanni Colletti è giunta una condanna dagli 11 iniziali a 13 anni.
Confermata la sentenza di primo grado per tutti gli altri imputati. Assoluzione per Francesco Lombardo condanne per Antonino Vallelunga (10 anni e 3 mesi), Giuseppe Ingrao (9 anni), Ciro Guarino (3 anni), Vincenzo Medica (8 anni e 8 mesi), Giacomo Li Destri (9 anni e un mese), Salvatore Schittino (6 anni), Raimondo Virone (8 anni e 8 mesi), Mario D’Amico (8 anni e 10 mesi), Gaetano Giovanni Muscarella (9 anni e un mese), Salvatore Sampognaro (8 anni e 8 mesi), Diego Guzzino (8 anni e 8 mesi), Antonino Fardella (9 anni e 4 mesi), Giuseppe Rio (4 anni e 2 mesi), Vincenzo Calderaro (5 anni e 4 mesi), Francesco Cerniglia (6 anni), Santo Bonomo (8 anni), Mariano Parisi (11 anni), Giuseppe Scaduto (6 anni), Antonino Teresi (6 anni) e Antonino Giuliano (2 anni).
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