Il prefetto di Palermo Antonella De Miro ha adottato tre provvedimenti interdittivi antimafia, a carico della ditte Nautica Barcarello,Frutti di mare cardillo di Maria Chiara Bosco e Ceramiche Gitochi di Salvatore Cacocciola adottati perché c’è nelle società pericolo dell’infiltrazione mafiosa come emerso nell’operazione Cupola 2.0 che ha portato agli arresti di Calogero Lo Piccolo e Leandro Greco, nipote di Michele Greco detto il papa.
Nautica Barcarello Società Cooperativa.
Utilizzo, da parte di “cosa nostra” del cantiere nautico, a Barcarello-frazione di Sferracavallo, prescelto quale luogo di numerosi incontri di soggetti mafiosi, favoriti dall’isolamento della struttura che ne consentiva il nascondiglio ed anche in relazione alle misure di difesa passiva approntate dallo stesso cantiere che ne gestisce la struttura.
Utilizzo del cantiere nautico da parte di Calogero Lo Piccolo, ritenuto capo del mandamento di Resuttana-San Lorenzo, che vi organizzava un incontro anche nel mese di maggio 2017, quando era ancora detenuto, occasionalmente a Palermo in permesso premio per la nascita del figlio primogenito.
Utilizzo anche nei tempi più recenti della stessa attività di rimessaggio per gli incontri, ampiamente documentati nel menzionato provvedimento di fermo, tra lo stesso Calogero Lo Piccolo, ed altri importanti esponenti mafiosi, tra i quali Settimo Mineo, capo del mandamento di Pagliarelli, già condannato per mafia nel maxi processo istruito da Giovanni Falcone e poi ancora arrestato nell’operazione “Gotha” e condannato per associazione mafiosa, ritornato in libertà nel 2013, nuovamente tratto in arresto con l’operazione “Cupola 2.0” del 4 dicembre 2018, e Leandro Greco, detto “Michele”, nipote diretto del capomafia Michele Greco, detto “il papa”, per avere diretto il mandamento mafioso di Ciaculli, tutti individuati come componenti, quali capi mandamento, della commissione provinciale di Palermo di “cosa nostra”.
“Vicinanza dell’effettivo gestore a diversi soggetti condannati per mafia”, oltre che “il coinvolgimento di Giovannino” Corrao, identificato quale effettivo gestore del rimessaggio, in un’attività di veicolazione di messaggi funzionali agli incontri tra i predetti affiliati”.
Frutti di mare Cardilllo di Maria Chiara Bosco
La ditta con sede a Palermo in via Tommaso Natale 15/C. è stata costituita due mesi dopo la precedente scarcerazione di Giuseppe Serio, nuovamente arrestato con il fermo di p.g. denominato Cupola 2.0 bis in quanto indagato, tra l’altro, per avere fatto parte della famiglia mafiosa di Tommaso Natale, in evidenziati rapporti con Calogero Lo Piccolo.
L’attività in questione risultava nella piena disponibilità dello stesso Serio che, nella propria zona di influenza, imponeva ai ristoratori delle località Sferracavallo e Mondello la fornitura dei propri prodotti ittici, operando in quel territorio in regime di monopolio ed estromettendo con modalità tipicamente mafiose altri rivenditori.
Da un’intercettazione risulta anche la fornitura di “cozze morte”, cioè con la data di consumazione scaduta.
Ceramiche Gitochi di Salvatore Cacocciola & C sas con sede a Capaci, in via Kennedy 73/75
Tra gli arrestati figura Carmelo Cacocciola, padre del socio accomandatario, che il provvedimento di fermo delinea quale “soggetto intraneo al consesso criminale di stampo mafioso operante sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine”, oltre che “soggetto direttamente “sponsorizzato” dai Lo Piccolo.
E’ indagato per il delitto di cui all’art.416 bis c.p., tra l’altro, per
– avere esercitato un capillare controllo del territorio a Capaci ed Isola delle Femmine al fine di attingere le informazioni preliminari necessarie per consentire a Erasmo Lo Bello e agli altri sodali di inoltrare le pretese estorsive con particolare riferimento ai lavori edili e di movimento terra, come ad esempio nel caso dell’estorsione in danno dell’imprenditore.
Avere messo a disposizione degli esponenti di vertice della famiglia mafiosa di Carini, i locali della “Ceramiche per l’edilizia” siti in Carini, quali Angelo Antonino Pipitone, Vincenzo Pipitone, Antonino Pipitone cl.69, Gaspare Pulizzi, consentendo loro riunioni riservate, alle quali tra l’altro partecipava personalmente, al fine di dirimere questioni attinenti le attività illecite operate sul territorio di Carini e la relativa spartizione dei profitti.”.
Nel provvedimento di fermo è scritto che Carmelo Cacocciola“presta la sua attività lavorativa presso il negozio di rivendita di ceramiche intestato a suo figlio Salvatore, ma di fatto a lui direttamente riconducibile e impone la fornitura dei materiali.
Dalle recenti intercettazioni telefoniche su utenze intestate alla predetta società, formalmente nella titolarità del figlio Salvatore, risulta che Carmelo Cacocciola si recava “ presso il cantiere di… per assumere informazioni sull’impresa che stava realizzando i lavori di costruzione della palazzina e proporsi come fornitore del materiale necessario per la realizzazione del fabbricato.
Lo stesso che poi ha riferito le informazioni a Erasmo Lo Bello il quale si era recato dal costruttore… per effettuare la richiesta estorsiva”.
Come è scritto nel provvedimento di fermo, Erasmo Lo Bello, detto “Orazio”, già condannato per il delitto di cui all’articolo 416 bis c.p. e reggente già negli anni ‘90 della famiglia mafiosa di Carini, è soggetto “con ruolo direttivo e di indirizzo, in seno alla famiglia mafiosa che opera sul territorio di Capaci ed Isola delle Femmine” ed ha intrattenuto relazioni con diversi esponenti di rilevo del mandamento mafioso di Tommaso Natale, quali Nunzio Serio e Calogero Lo Piccolo”.
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