Il Nidil chiede l’impegno del Comune per promuovere anche a Palermo una Carta dei diritti dei rider, sul modello della carta di Bologna, siglata tra sindacati e amministrazione comunale.
In una lettera inviata al sindaco Orlando e all’assessore Marano, il Nidil, la categoria sindacale della Cgil che si occupa dei lavoratori atipici (collaboratori, somministrati, Partite Iva) coglie l’occasione della festa del lavoro per chiedere diritti e tutele per il fenomeno ormai esploso a Palermo del food delivery, caratterizzato da rapporti sempre più sregolati e sempre più on demand, dove si stima la presenza di circa 350 fattorini in bici o in moto che operano nelle nostre strade.
“Già da tempo la nostra organizzazione è impegnata, a tutti i livelli, nel costruire e garantire diritti e tutele alle Nuove Identità di Lavoro – dichiara il segretario generale Nidil Cgil Palermo Andrea Gattuso – ovvero a quella parte del mondo del lavoro che spesso, dietro la retorica della flessibilità e della modernità, viene privata di diritti e tutele”.
Una condizione precaria, fatta di salari bassi (500 euro mensili in media) e di poca sicurezza sul lavoro, quella che si nasconde anche dietro l’attività svolta dai rider palermitani in aziende locali come Social Food e PrestoFood o in multinazionali come Glovo, Just Eat, Deliveroo, marchi conosciuti a tutti per via della loro costante presenza nelle nostre strade. “Le diverse aziende di food delivery – aggiunge Andrea Gattuso – hanno applicato diversi contratti ai propri riders. Si va dalle collaborazioni occasionali, alle partite Iva, ai contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Non solo tipologie contrattuali diverse ma anche condizioni di lavoro diverse (orari di lavoro, paga oraria o cottimo, algoritmi, indici reputazionali), caratterizzate da paghe basse, pochissimi diritti”. “E poi la sicurezza – aggiunge Gattuso – sono tanti gli incidenti stradali che hanno coinvolto rider in motorino o in bicicletta, che hanno riportato gravi infortuni e a fronte di questo le loro tutele sono molto scarse”.
In attesa di una regolamentazione del fenomeno, all’interno della disciplina dei contratti collettivi nazionali, il Nidil Cgil Palermo ha chiesto l’intervento delle istituzioni locali per svolgere con le le parti sociali un ruolo cruciale nel riconoscimento di diritti e tutele per questi lavoratori. “Esempio in questo senso è la Carta dei diritti fondamentali del lavoro digitale nel contesto urbano, detta anche Carta di Bologna, siglata tra le organizzazioni sindacali, quelle datoriali e il sindaco Emiliano – aggiunge Gattuso – Siamo certi che anche nella nostra città, protagonista negli ultimi anni di straordinari cambiamenti e capace di ottenere riconoscimenti quali Capitale della Cultura e dei Giovani, ci siano le condizioni per far nascere una Carta del genere per i rider palermitani. Su questo una buona base di partenza è rappresentata dal protocollo d’intesa stipulato dal Comune di Palermo con Inail”.