Non ce l’ha fatta Antonio Di Liberto, il cinquantenne muratore che il 30 marzo scorso era volato da un’impalcatura aveva subito un incidente sul lavoro a San Cipirello. Il suo cuore ha smesso di battere martedì sera, intorno alle ore 20, all’ ospedale Villa Sofia di Palermo.
L’ uomo, che abitava in una palazzina di via dello Stadio, lascia moglie e due figli. In queste ultime settimane le sue condizioni erano peggiorate per una complicanza dovuta alla caduta da un’ altezza di oltre 3 metri. Di Liberto lo scorso 30 marzo stava lavorando al ponteggio di un’ abitazione privata in via Randazzo a San Cipirello quando è caduto sul tetto di una casa limitrofa che si affaccia su via Nuccio.
La copertura, realizzata con vecchie lastre di eternit e travi in legno, non ha retto il peso del muratore, che è caduto sui gradini in cemento di una scala sottostante. I primi a soccorrerlo erano stati gli ignari proprietari dell’ abitazione, che vivono al piano di sotto ed avevano sentito le urla di dolore. Lanciato l’ allarme, sul posto erano giunti i paramedici del 118, ma la gravità dell’ incidente aveva spinto i soccorritori a chiedere l’ intervento dell’ elisoccorso, atterrato pochi minuti dopo nell’area parcheggio di un centro commerciale a valle del paese.
Di Liberto, in pochi minuti, era stato così trasferito al trauma center di Villa Sofia a Palermo. La dinamica dell’ incidente aveva fatto ipotizzare subito il peggio. Poi però in ospedale, dove il muratore è arrivato vigile, avevano tirato un sospiro di sollievo. A parte le fratture al bacino ed un trauma cranico, era stato escluso il pericolo di vita.
Nei giorni successivi al ricovero, però, le condizioni dell’ uomo sono peggiorate: Di Liberto, a causa delle complicazioni dovute al trauma cranico, è entrato in uno stato dico ma che ne ha preceduto la morte.
Ad indagare sull’incidente sono i carabinieri della stazione di San Cipirello, che hanno sequestrato la cartella clinica. La documentazione medica finirà nel fascicolo aperto Procura per incidente sul lavoro. Il cantiere privato risulta regolarmente autorizzato dal Comune ed era stato avviato da poco.
Non è ancora chiaro se, al momento del crollo, l’ uomo indossasse le protezioni necessarie che erano comunque presenti nell’area del cantiere.
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