Parte a Palermo “OperaCamion”, il camion che “contiene” lo spettacolo e che porta l’opera lirica nelle periferie di Palermo. Un moderno carro di Tespi che viaggia e arriva nei quartieri degradati svelando scene, costumi, cantanti. Oggi, alle 21 la prima di “Figaro! OperaCamion” a piazza San Francesco Saverio all’Albergheria. Le tappe proseguiranno domenica 18 nel cuore dello Zen, a piazza Zappa, martedì 20 a Cinisi, la cittadina dei “Cento passi” di Peppino Impastato. Nel mezzo, sabato 17 settembre, una tappa nell’ambito della tre giorni “Piazza Massimo”, gli spettacoli davanti a una platea di mille posti all’aperto allestita proprio di fianco al Teatro con 1 euro di contributo a poltrona. Un nuovo allestimento del Teatro Massimo di Palermo in collaborazione con l’Opera di Roma, ideazione e regia di Fabio Cherstich, scene costumi e video di Gianluigi Toccafondo, direttore Alberto Maniaci, adattamento musicale di Fabio Chieco e Marco Giustini, Orchestra del Teatro Massimo.
A viaggiare sarà un’opera amatissima come Il Barbiere di Siviglia di Gioacchino Rossini in una versione ridotta. Il camion, o per meglio dire l’automotrice traina un container. Si arriva in una piazza, il camion si ferma, il container si spalanca: la parete lunga si apre e diventa una parte del palcoscenico. Sulle altre pareti gli elementi di una scenografia: disegni, oggetti, video. Davanti, al livello del pubblico, l’orchestra col suo direttore. Sulla scena i cantanti, solo cinque di quelli previsti nell’originale, cioè tutti i personaggi principali. Figaro, il bravo factotum, istrionico e poliedrico questa volta si improvvisa camionista e porta la sua storia in piazza. Gli intrighi e gli intrecci amorosi tra i personaggi si svolgono tutti dentro, sopra, sotto e intorno al camion. Il pubblico porta una sedia da casa e assiste allo spettacolo.
“E’ una specie di Carro di Tespi 2.0” – dichiara il sovrintendente del Teatro Massimo Francesco Giambrone – “che vogliamo portare nelle periferie, nei quartieri disagiati, nei territori a rischio più alto di esclusione sociale e ad alta densità mafiosa. Un progetto che si inquadra nella nostra politica di apertura alla città e di coinvolgimento di pubblici diversi. Ormai anche il Teatro Massimo comincia a ragionare nei termini di città metropolitana, a servizio del territorio. Non è un caso che OperaCamion vada anche a Cinisi”.
“Grazie al Teatro Massimo e alla sua capacità di costruire importanti collaborazioni nazionali” – afferma Leoluca Orlando, sindaco e presidente della Fondazione Teatro Massimo – “una manifestazione culturale di altissimo profilo raggiunge le aree periferiche della nostra città. Aree che in passato sono state considerate periferia geografica o sociale ma che invece hanno sempre più un ruolo centrale nella ri-costruzione della comunità. Ancora una volta l’arte e la cultura sono volano di crescita sociale e culturale e ancora una volta questo avviene grazie a quel grande motore di cultura ed economia della cultura che è il Teatro Massimo”.
“La domanda da cui sono partito era semplice” – spiega Fabio Cherstich – “come può il teatro musicale raggiungere un nuovo pubblico, eterogeneo e non elitario? Cosa si può fare perché l’opera venga percepita dal maggior numero di persone possibile come momento di condivisione culturale e di intrattenimento intelligente, piuttosto che come evento inaccessibile o ancor peggio mondano? Basta mettergli le ruote e farla uscire allo scoperto, potarla nel pubblico. Da qui l’idea di un’opera camion, un’opera che viaggia di piazza in piazza con la sua orchestra e la sua compagnia di cantanti. Un teatro musicale che cita e rinnova la tradizione italiana legata al racconto fantastico: i cantastorie, il teatro delle marionette e i carri di Tespi. Lo spettacolo arriva, si mostra e riparte per una nuova città”.
Nel cast Rosina è Reut Ventotero, Bartolo è Giovanni Romeo, Figaro è Francesco Vultaggio, Basilio è Pietro Di Bianco, il Conte è Manuel Amati. E con Valeria Almerighi, Antonio Orlando, Giovanni Prosperi, Fabrizio Lombardo.
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