Potrebbe saltare l’udienza, fissata per venerdì prossimo, del processo che vede imputato il leader della Lega Matteo Salvini. L’accusa per lui è di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio. L’imputato ha presentato ai giudici della seconda sezione del tribunale di Palermo, che celebrano il dibattimento, un’istanza di rinvio per legittimo impedimento.
Salvini è accusato di aver illegittimamente rifiutato per giorni, nell’agosto del 2019, l’approdo ai migranti soccorsi alla nave della ong spagnola Open Arms. All’udienza avrebbe dovuto deporre il fondatore della ong, Oscar Camps.
“Dopo l’udienza di oggi credo stia emergendo tutto con estrema chiarezza”. Questo aveva detto Matteo Salvini lo scorso 24 marzo, dopo l’ultima udienza del processo. Intanto quel giorno era saltata l’audizione di Oscar Camps, armatore della nave spagnola. Il rinvio deciso dal presidente Roberto Murgia per i tempi lunghi dell’udienza. Il 21 aprile, data della prossima udienza, si sarebbero dovuti sentire, con Camps, il primo ufficiale della nave, il medico di bordo e altri componenti dell’equipaggio.
Non un salvataggio casuale, durante un’attività di ricerca e soccorso di migranti nel Mediterraneo, ma “un’operazione di appoggio alle strategie dei trafficanti di esseri umani”. È la tesi introdotta dalla difesa di Matteo Salvini attraverso l’audizione di due consulenti, Maurizio Palmesi e Massimo Finelli, ex ufficiali della Marina militare. Palmesi e Cinelli anno ricostruito minuziosamente i movimenti del “barchino” dei migranti e quelli dell’Open Arms. Il lavoro si è basato sulle chiamate di Alarm Phone, la prima a segnalare le difficoltà dell’imbarcazione. E poi i rilevamenti aerei, le conversazioni registrate, le annotazioni del diario di bordo e le immagini acquisite dal sommergibile “Devoti”.
I consulenti della difesa, in un serrato confronto con le parti civili, hanno rilevato varie discordanze tra la loro ricostruzione, anche cronologica, e quella offerta dalla nave spagnola. Quest’ultima a mezzogiorno dell’1 agosto 2019 avrebbe “scoperto” la barca dei migranti a 70 miglia dalla costa libica. A giudizio dei consulenti, la individuazione non sarebbe stata casuale ma sarebbe stata guidata da informazioni arrivate a Open Arms da fonti non identificate. Il sospetto è che la nave ong, con improvvisi cambi di rotta e altre manovre apparentemente incongrue, si sarebbe prestata a dare appoggio ai trafficanti.