- Respinte le richieste della difesa
- L’ex ministro dell’Interno andrà a processo
- Dovrà rispondere di sequestro di persona e rifiuto d’atti d’ufficio
- Processo inizierà il 15 settembre
Il giudice per le udienze preliminari di Palermo Lorenzo Jannelli ha rinviato a giudizio il leader della Lega Matteo Salvini. Il senatore del Carroccio risponde di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito, secondo la Procura illegittimamente, alla nave della ong catalana Open Arms, con 147 migranti soccorsi in mare, di attraccare a Lampedusa.
Il caso Open Arms venne sbloccato dall’intervento della procura di Agrigento che, dopo avere accertato con un ispezione a bordo le gravi condizioni di disagio fisico e psichico dei profughi trattenuti sull’imbarcazione, ne ordinò lo sbarco a Lampedusa. Per giorni i profughi rimasero davanti alle coste dell’isola.
All’udienza preliminare si sono costituite 21 parti civili: oltre a 7 migranti di cui uno minorenne, Asgi (Associazione studi giuridici immigrazione), Arci, Ciss, Legambiente, Giuristi Democratici, Cittadinanza Attiva, Open Arms, Mediterranea, AccoglieRete, Oscar Camps, comandante della nave e Ana Isabel Montes Mier, capo missione Open Arms.
La decisione arriva una settimana dopo quella sul caso Gregoretti. Per quei fatti, però, era stata chiesta l’archiviazione l’ex ministro dell’Interno.
Il processo inizierà il 15 settembre
Il processo comincerà il 15 settembre davanti ai giudici della seconda sezione penale del tribunale di Palermo. La Procura del capoluogo siciliano aveva chiesto il rinvio a giudizio del senatore. In aula per l’ufficio inquirente c’erano il Procuratore Francesco Lo Voi, l’aggiunto Marzia Sabella e il pm Gery Ferrara.
Gip, non ci sono elementi per proscioglimento
“L’udienza preliminare non deve valutare se sussiste o meno la responsabilità penale dell’imputato, ma se ci sono elementi sufficienti a sostenere l’accusa in giudizio e non ci sono elementi per decidere un proscioglimento. E secondo il gip gli elementi per un proscioglimento non c’erano”.
È, in sintesi, la motivazione con cui il gip di Palermo Lorenzo Jannelli ha disposto il rinvio a giudizio per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio del leader della Lega Matteo Salvini.
Salvini: “Vado a processo testa alta”
“La difesa della Patria è sacro dovere del cittadino. Articolo 52 della Costituzione. Vado a processo per questo, per aver difeso il mio Paese? Ci vado a testa alta, anche a nome vostro. Prima l’Italia. Sempre”. Lo dice il leader della Lega Matteo Salvini, in un messaggio sui propri profili social.
Respinte le richieste della difesa
L’avvocato Giulia Bongiorno, al termine della sua lunga arringa difensiva, aveva chiesto il non luogo a procedere perché il fatto non sussiste o, in subordine, per insindacabilità del fatto, del leader della Lega. “Giudice non lasci che la sentenza si sostituisca alle urne”. Bongiorno ha sostenuto che la decisione fosse stata presa dal governo collegialmente e quindi ha invocato il non luogo a procedere per il senatore per insindacabilità dell’atto che sarebbe stato il frutto di una decisione politica.
Per la difesa, Salvini avrebbe deciso in accordo col Governo di cui faceva parte e in linea con la politica dell’esecutivo sulla gestione dei flussi migratori. Inoltre, per la legale, la nave avrebbe rifiutato l’approdo offerto da Malta e dalla Spagna dirigendosi verso Lampedusa e le coste italiane.
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