Salpato dal porto di Marsala lo scorso martedì per la missione 112, il veliero Astral dell’Ong Open Arms ha soccorso 150 persone nelle ultime 48 ore.
Le imbarcazioni
Nella giornata di ieri sono state due le imbarcazioni a cui l’Ong ha dato assistenza. La prima, avvistata nella mattinata, era una barca di metallo, rimasta senza benzina dalla sera precedente e quindi in avaria per tutta la notte, con a bordo 50 persone provenienti dalla Somalia e dal Gambia, salpate da Sfax, in Tunisia.
Subito dopo, sempre nella giornata di venerdì, Astral di Open Arms ha soccorso 48 persone, tra cui una donna e un neonato, partite dalla Tunisia e provenienti dalla Guinea-Bissau.
Nel corso della mattina, gli operatori umanitari di Open Arms hanno risposto a una terza richiesta di aiuto. Anche in questo caso, come per i due precedenti, si trattava di un’imbarcazione di ferro sovraffollata e con grandi problemi di galleggiamento, con a bordo 52 persone. Tra queste anche 10 donne e 9 bambini, provenienti da Siria, Bangladesh ed Egitto. Anche in questo caso, l’imbarcazione era salpata dalla Tunisia.
In tutti e tre i casi, Astral dell’ONG Open Arms è intervenuta fornendo assistenza medica e giubbotti di salvataggio. Attendendo l’intervento della Guardia Costiera italiana che ha poi preso in carico le persone soccorse.
Il processo Open Arms
E’ cominciata nel bunker del carcere Pagliarelli l’udienza del processo Open Arms, dedicata alla discussione delle parti civili. Nella loro requisitoria i pm, nella scorsa udienza, hanno chiesto sei anni di carcere per Matteo Salvini, imputato per sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per avere impedito lo sbarco, cinque anni fa, di 147 migranti soccorsi dalla nave Open Arms.
Clima ostile verso i magistrati
“Si è parlato di azione politica, nel processo si è accertato che non è accaduto nulla di tutto ciò. Non c’è stata un’azione politica perché non è stata condivisa dal governo, anzi è stato smentita persino dall’ex premier Conte. Quello che dispiace è il clima che si è creato. Ha prodotto aggressioni e minacce che si sono susseguite nei confronti dei pm della Procura, che sicuramente sono sintomatiche di un clima sociale che ci rende tutti poco seri”. Così Giorgio Bisagna, avvocato di una Ong, parlando con i giornalisti a margine dell’udienza Open Arms, nell’aula bunker del carcere Pagliarelli a Palermo.
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