Ha risposto alle domande del gip Giuliano Castiglia il giovane di 23 anni accusato di avere detenuto la pistola con la quale il fratello di 17 anni avrebbe ucciso Rosolino Celesia nella discoteca Notr3 a Palermo in via Pasquale Calvi.
“La mamma e i due ragazzi sono molto dispiaciuti per quanto successo. Sono vicini alla mamma di Rosolino – dice l’avvocato Vanila Amoroso che difende i due fratelli – Il ragazzo di 17 anni ha ribadito di non avrebbe mai voluto uccidere il ragazzo. Era impaurito per quanto aveva visto. Ha pensato che dopo avere pestato il fratello di nuovo Rosolino avrebbe colpito anche lui. Per questo ha preso la pistola e ha esploso i colpi. Solo per legittima difesa”.
Il fratello ancora una volta dopo avere raccontato quanto successo al pm anche al giudice ha spiegato cosa è successo quella notte. “Avevano avuto già una lite dieci giorni prima alla Vucciria – ha detto l’avvocato – Celesia avrebbe colpito con una bottiglia il giovane di 23 anni. Non si conoscevano. Celesia avrebbe iniziato ad aggredire i due fratelli nel mercato storico di Palermo. Era stata la mamma dei due fratelli a medicare la ferita alla testa. I due fratelli non si sarebbero confidati con la donna”.
Il più piccolo intimorito da quanto visto, secondo quanto hanno raccontato, sarebbe andato a comprare una pistola nel mercato Ballarò da uno zingaro.
“Aveva paura di Rosolino Celesia che li avrebbe minacciati pesantemente – dice l’avvocato dei due ragazzi – I tre si sono di nuovo incontrati in discoteca la notte di mercoledì. Celesia avrebbe iniziato ad aggredire il più grande dei fratelli. Quest’ultimo avrebbe invitato il giovane nel cortiletto per un chiarimento. A questo punto Celesia avrebbe colpito con un oggetto contundente il più grande e lo avrebbe colpito alla testa facendolo svenire e cadere a terra. A questo punto il più piccolo ha preso la pistola e ha iniziato a sparare. Il ragazzino di 17 anni ha ribadito che non voleva ucciderlo”.
Il loro racconto e al vaglio degli investigatori che hanno mosso più di un dubbio su questa ricostruzione. Il fratello maggiore in carcere al Pagliarelli fa il pescivendolo e ha un figlio piccolo. Il ragazzo di 17 anni studia e sta completando gli studi.
“E’ stato lui il più piccolo a chiamare e a consegnarsi ai poliziotti – conclude l’avvocato – Ha prima soccorso il fratello ferito e lo ha portato a casa. Poi si è disfatto delle pistola gettandola a mare a Vergine Maria e l’indomani ha chiamato le forze dell’ordine che si sono precipitare in via Dei Cantieri per prendere i due fratelli e portarli alla squadra mobile”.
Intanto il gip di Palermo Castiglia ha disposto la custodia cautelare in carcere per il ragazzo di 22 anni coinvolto nell’omicidio di Rosolino Celesia, l’ex promessa del calcio assassinata la notte tra mercoledì e giovedì nel bagno di una discoteca di Palermo. Il giovane era accusato di detenzione illegale di arma da fuoco. Di omicidio volontario risponde, invece, il fratello minorenne che comparirà il giorno di Natale davanti al giudice. Entrambi sono stati fermati giovedì pomeriggio. L’indagine è coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia.
Poche ore dopo l’omicidio il più piccolo dei due fratelli ha chiamato i carabinieri ammettendo solo di aver partecipato alla discussione violenta che poi ha portato all’omicidio di Celesia, ma negando di aver fatto fuoco. Portato in Questura, dopo un lungo interrogatorio, ha confessato il delitto. Una versione che non ha convinto gli investigatori e che lascia il dubbio che il giovane abbia voluto ridimensionare il ruolo del fratello maggiore. Sul delitto restano molti lati da chiarire: dall’arma, una pistola mai ritrovata, alle reali responsabilità nell’aggressione, all’esistenza di altre persone implicate. Domande a cui non hanno risposto i tre video girati dalle videocamere della discoteca e dalla sorveglianza di alcune attività commerciali della zona che hanno immortalato i ragazzi mentre trascinavano il corpo della vittima e registrato gli spari, ma non hanno ripreso il killer. Celesia, ucciso pare dopo una lite, non è morto sul colpo, ma all’arrivo all’ospedale Civico.