Torna in aula il processo davanti alla Corte d’Assise per l’omicidio di Carlo La Duca, sparito nel nulla il 31 gennaio del 2019. Depone infatti, Luana Cammalleri, imputata dell’omicidio del marito assieme all’amante, nonché migliore amico della vittima, Pietro Ferrara.
La donna conferma il racconto di Ferrara: “Quel giorno l’ho seguito, ha incontrato tre persone su una macchina grossa e scura” ma sottolinea: “Ho sbagliato a non dirlo prima e ne sto pagando le conseguenze in carcere”.
L’imputata ha ricordato quanto accaduto il giorno della scomparsa ed è emerso un altro dettaglio inedito: già dal pomeriggio i due imputati avrebbero saputo che la vittima non si trovava dove avrebbe dovuto essere, cioè a Cinisi dalla sua nuova compagna, ma questo non li avrebbe allarmati.
Quel presunto incontro della vittima con degli sconosciuti, avvenuto in via Minutilla, a Cardillo, dove poi fu trovata la macchina di La Duca, avrebbe potuto essere importante nelle indagini avviate per cercare di ritrovarlo.
Tuttavia, per oltre due anni Cammalleri l’ha tenuto nascosto. Lo ha fatto notare il presidente Sergio Gulotta: “Lo so, ma avevo promesso di non dirlo, avevamo stabilito con Pietro quello stesso pomeriggio del 31 gennaio del 2019, che non avrei dovuto dirlo. Svelarlo – ha spiegato la donna – avrebbe fatto scoprire la mia relazione con Pietro”. E ha aggiunto: “Avevamo paura, di essere sospettati, di quelle tre persone che Carlo aveva incontrato e che non sapevamo chi fossero, ma anche che si potesse scoprire la nostra relazione”.
Gli imputati, assistiti dagli avvocati Giovanni Marchese e Accursio Gagliano, negano invece di aver ucciso La Duca. Sua moglie ha spiegato alla Corte che “per un anno abbiamo pensato che Carlo si fosse allontanato, per una sua scelta, per motivi suoi, per i problemi che aveva in famiglia… Eravamo preoccupati, però…”.
Cammalleri, rispondendo alle domande del pm in una deposizione durata ore, ha ripercorso tutto quanto accadde quel giorno. Una giornata normalissima. Ed ha ribadito che dall’ottobre del 2017 i due erano separati anche se vivevano nella stessa casa, seppure in piani diversi.
Ha spiegato: “Carlo non mi dava un euro per i bambini, diceva che non aveva soldi e di farmi aiutare dalla mia famiglia, che mi avrebbe dato i soldi solo quando l’avrebbe stabilito un giudice… I soldi per comprare la macchina però li aveva trovati e, come ho saputo attraverso un investigatore privato, anche per comprare una lavatrice alla sua nuova compagna, ma per i suoi figli non ne aveva…”.
La donna ha iniziato a rispondere alle domande. Quel giorno, l’ultimo in cui La Duca – di cui non è mai stato ritrovato il corpo – è stato visto vivo “ero a casa con i miei figli che nei giorni precedenti non erano andati a scuola perché erano stati male. Alle 8 – ha detto l’imputata – mi ha chiamato Pietro, come ogni giorno, per darmi il buongiorno. Mi ha detto che Carlo doveva andare da lui in campagna, a Ciaculli. Mentre ero al telefono con lui mi ha chiamato Carlo sull’altro cellulare, chiedendomi se doveva venire a prendere i bambini per portarli a scuola, ma gli ho risposto che non andavano a scuola, ci siamo salutati e mi ha detto: ‘A lunedì'”. Cammalleri ha affermato che sapeva che suo marito doveva andare per qualche giorno a Cinisi dalla sua nuova compagna.
Dopo queste telefonate, la donna ha spiegato di essere uscita per “andare dal pediatra dei miei figli a Cerda, ma era chiuso e ho chiamato mia madre dicendole che sarei andata da lei a Termini. Quando sono arrivata lei mi aspettava giù perché aveva appuntamento dalla podologa”. L’avrebbe accompagnata, lasciandola lì con i suoi due figli e lei si sarebbe allontanata: “Avevo un’ora, un’ora e mezza e ho deciso di seguire Carlo, cosa che mi aveva consigliato il mio avvocato di allora per raccogliere prove del fatto che avesse soldi e che potesse pagare il mantenimento dei bambini”.
“L’ho aspettato a Villabate, in autostrada. Carlo – ha detto ancora – è passato da lì verso le 11 e ho iniziato a seguirlo. A un certo punto lui ha messo la freccia per accostare e posteggiare e io ho rallentato, ma non potevo fermarmi altrimenti si sarebbe accorto che lo stavo seguendo. Lui è sceso dalla sua Golf, ha camminato un po’ e si è fermato all’altezza di una macchina grossa e scura. C’erano tre uomini, due di spalle ai quali ha stretto la mano, e uno alla guida. Ho visto questo dagli specchietti, ma poi sono tornata a Termini per recuperare mia madre e i miei figli”. Poi intorno a mezzogiorno Ferrara l’avrebbe chiamata: “Mi ha detto: ‘Se puoi di pomeriggio avvicina da me in campagna, devo dirti una cosa importante’. E intorno alle 16 sono andata lì per incontrarlo”.
A questo punto è emerso un dato che la donna non aveva mai riferito prima: “Pietro mi ha detto che aveva sentito una conversazione tra sua moglie e la nuova compagna di mio marito, che sosteneva che Carlo non fosse ancora arrivato a Cinisi”. Quindi già in quel momento i due avrebbero saputo che La Duca non sarebbe stato dove avrebbe dovuto essere “ma nel pomeriggio non ci siamo preoccupati – ha spiegato Cammalleri – non pensavamo gli fosse successo qualcosa, solo il giorno dopo, il primo febbraio, quando abbiamo saputo che la sera non era tornato a casa, ci siamo preoccupati”.
La donna, sempre durante l’incontro con l’amante, gli avrebbe a sua volta riferito di aver seguito il marito: “Lui si è arrabbiato molto, un po’ perché era geloso e poi perché si preoccupava per me, non sapendo chi fossero quelle persone che avevo visto, sono comunque una donna sola con due bambini… Pietro mi diceva che non aveva senso seguire Carlo. Abbiamo deciso quel giorno di non dire che quella mattina l’avevo seguito e non l’ho detto fino al giorno del mio arresto: se l’avessi detto sarebbe venuta fuori la mia relazione con Pietro. Ed è stato uno sbaglio, lo ammetto, e lo sto pagando in carcere”.