Il commercialista forse conosceva il killer. Non si esclude nessuna pista sull’omicidio di Antonio Di Liberto, commercialista di Belmonte Mezzagno (Pa) freddato ieri nei pressi dell’abitazione con sei colpi di pistola esplosi da una semiautomatica calibro 7,65.
I carabinieri hanno sentito nella notte parenti, amici e anche i colleghi di lavoro degli studi di Belmonte Mezzagno e Misilmeri. Almeno circa venti i dipendenti dei due studi nei quali erano domiciliate diverse società di mezza Sicilia.
E’ proprio negli studi del commercialista che si concentrano le indagini per cercare il movente di questo delitto che eseguito come un delitto di mafia, ma che lascia non pochi dubbi agli investigatori.
L’auto era accesa. La macchina ha il cambio automatico. E’ stato il professionista, fratello dell’ex sindaco e cugino del boss pentito Filippo Bisconti, a fermare l’auto.
Di Liberto forse conosceva chi gli ha sparato. Pare che nei pressi dell’auto sia stata trovata una cicca di sigaretta. Il commercialista non fumava.
Da quando è uscito a quando è morto erano passati alcuni minuti. Inizialmente la moglie sentendo gli spari non aveva pensato che fossero diretti al marito. Pensava fosse arrivato già in studio in via Aldo Moro a Belmonte.
E’ qui che è stata fatta la prima telefonata. Non appena ha saputo che il marito non era al lavoro con la sorella è uscita fuori e ha visto l’auto ferma e il marito dentro ferito a morte.
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