Quanto successo in via San Fratello a Bagheria era apparso subito chiaro. Quanto successo nella stradina che porta a via Palagonia dove abita la vittima qualcuno avrebbe potuto sentire le urla che hanno preceduto l’assassinio.
In più c’erano diverse testimonianze che hanno fatto dato una traccia chiara sul delitto.
Più complicato trovare le prove e risalire agli autori dell’orribile delitto di Angela Maria Corona, la donna di 47 anni, massacrata dopo una lite familiare.
I carabinieri della compagnia di Bagheria, coordinati pm Daniele Di Maggio e dal procuratore di Termini Imerese Ambrogio Cartosio, stanno mettendo uno dietro l’altro i tasselli per dare un volto a chi ha ucciso la donna tra lunedì e martedì della scorsa settimana.
Il corpo della donna è stato trovato in un sacco di spazzatura e orribilmente dilaniato dagli animali randagi. In un primo momento si era pensato che fosse stato fatto a pezzi.
I suoi resti sono stati poi gettati in una zona di campagna lungo la strada provinciale che da Bagheria porta a Ciminna. Un particolare agghiacciante che attende una conferma ufficiale dall’autopsia.
L’esame sarà eseguito questa settimana all’istituto di Medicina legale del Policlinico, dove il corpo fatto a brandelli della signora è stato in qualche modo ricomposto. A recuperare i resti, giovedì mattina, sono stati i vigili del fuoco e i carabinieri, intervenuti dopo il ritrovamento delle parti umane sotto a un ponte di una zona isolata in cui cinghiali e cani randagi potrebbero avere in parte dilaniato il cadavere.
Di Angela Maria Corona si erano perse le tracce martedì. Il compagno, allarmato, si era presentato alle forze dell’ordine per presentare una denuncia.
I due non abitavano insieme ma la mancanza di notizie ha notevolmente preoccupato l’uomo, che non ha esitato ad allertare gli investigatori. Due giorni dopo il ritrovamento dei resti nelle campagne. I sospetti si sono subito concentrati su vicende familiari e, più in particolare, su una lite tra la donna e una nipote.
Quest’ultima, che accudiva l’anziano padre della vittima, è ricoverata al centro grandi ustioni dell’ospedale Civico. Ha bruciature di secondo grado alle gambe.
Secondo quanto accertato dai militari e raccontato dai familiari del compagno della vittima, la ragazza avrebbe avuto una lite molto violenta con Angela, che, a suo dire, le avrebbe lanciato dell’acqua bollente sulle gambe. La giovane, invece, avrebbe detto ai medici che le ustioni sono state provocate dall’incendio della sua auto, andata a fuoco mentre percorreva una strada vicino al cimitero di Bagheria, dove i carabinieri l’hanno trovata.
Con tutta probabilità su quella macchina sarebbe stato trasportato il cadavere. Un lavoro che difficilmente può essere compiuto da una sola persona. Pare che l’incendio sia di natura dolosa e l’auto si trova in un deposito degli agenti della polizia municipale di Bagheria.
La donna, addetta alle pulizie in uno studio professionale, sarebbe stata uccisa al termine di una violenta lite per questioni di soldi, forse il giorno di Pasquetta o martedì scorso, a casa dell’anziano padre. L’uomo era accudito dalla nipote e pare che sul suo conto corrente si siano registrati ammanchi di denaro. Secondo un’ipotesi, Angela Maria Corona sarebbe stata strangolata. Ad agire sarebbero state più persone. Poi gli assassini hanno messo in atto l’orribile piano per disfarsi del cadavere.
Gli inquirenti hanno ascoltato parenti e amici della vittima per ricostruire i suoi ultimi giorni di vita e i suoi rapporti, per comprendere se fosse entrata in contrasto con qualcuno e perché. E si sono concentrati sul telefono della vittima e su quelli di alcuni sospettati per ricostruire movimenti e contatti dei protagonisti della storiaccia. Passo dopo passo, gli investigatori hanno compiuto una ricostruzione delle ultime ore di Angela Maria Corona ma non tutti i tasselli sono stati messi in ordine, anche se le indagini sembrano essere a buon punto per stringere il cerchio intorno agli assassini.
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