Sono passati quasi 5 anni ma l’omicidio di Carlo La Duca, sparito nel nulla a Cerda il 19 gennaio del 2019, continua ad avere molti lati oscuri. Cadavere mai ritrovato, assieme all’arma del delitto così come un movente che non è mai stato chiarito. La Procura di Palermo però ha le sue certezze ed ha mandato a processo la moglie della vittima, Luana Cammalleri ed il suo migliore amico – ed amante – Pietro Ferrara.

Udienza alla corte d’assise, l’imputato ribadisce innocenza

Proprio quest’ultimo, in una udienza fiume che si è tenuta ieri in corte d’assise presieduta da Sergio Gulotta, ha ribadito la sua innocenza.

“Eravamo amici, certo i rapporti si erano un po’ incrinati nell’ultimo periodo perché Luana mi aveva raccontato delle violenze e delle perversioni che lui la costringeva a subire, ma non avevo alcun motivo per ucciderlo”.

Ferrara ha risposto per ore prima alle domande del suo avvocato, Accursio Gagliano, a quelle del legale di Cammalleri, Giovanni Marchese, e poi anche a quelle dei pubblici ministeri che sostengono l’accusa, Alfredo Gagliardi e Luisa Vittoria Campanile. Ed ha risposto anche a quelle della Corte ricostruendo tutti i fatti che ruotano attorno all’omicidio. Fu lui a vedere per ultimo La Duca vivo.

Ferrara, inoltre ha difeso la moglie della vittima. “Luana – ha spiegato – quella mattina aveva deciso di seguire il marito” ed effettivamente la sua auto, anche attraverso una complessa ricostruzione fatta attraverso i tabulati telefonici del cellulare della donna, era stata individuata dagli inquirenti dietro quella di La Duca. La vettura dell’uomo fu ritrovata in via Minutilla, a Cardillo, completamente ripulita, secondo la Procura.

“Luana ha seguito il marito”

L’uomo ha poi ammesso che la donna avrebbe seguito la vittima: “Poi ha visto che Carlo incontrava tre uomini, che non conosceva, si è spaventata ed è tornata indietro. Di pomeriggio mi ha raccontato l’accaduto e sono stato io a consigliarle di non parlarne con i carabinieri. Ora mi rendo conto che ho sbagliato a dirle questo, ma avevamo paura, non sapevamo chi fossero quelle persone e Luana viveva comunque sola con due bambini”.

Ma perché la donna avrebbe dovuto seguire il marito? “Glielo aveva suggerito il suo avvocato – ha chiarito Ferrara – perché si stava separando da Carlo e lui non le dava quasi nulla. Voleva scoprire se avesse una relazione”. In realtà la vittima già da diverso tempo aveva un rapporto con un’altra donna e alla luce del sole, proprio perché il matrimonio con Cammalleri era già naufragato”.

“Lui beveva e picchiava la mogie costringendola a perversioni sessuali”

L’imputato ha poi raccontato che con la vittima i rapporti si sarebbero incrinati nell’ultimo periodo. “E’ stato soprattutto perché Luana mi aveva raccontato che lui beveva e la picchiava, l’aveva picchiata anche quando era incinta e quando teneva i bambini in braccio… L’avrebbe poi costretta a una serie di perversioni sessuali, che lei avrebbe assecondato, ma che in realtà non gradiva e non accettava”.

Gli “Amanti diabolici”

Camilleri e Ferrara vennero ribattezzati gli “Amanti diabolici”. La loro storia suscitò molto scalpore. Vennero arrestati il 18 marzo del 2022, ossia oltre tre anni dopo la scomparsa di La Duca, ma erano stati proprio loro, subito dopo la sparizione dell’uomo, a lanciare appelli in televisione per ritrovarlo. Tale comportamento, secondo la Procura sarebbe un depistaggio. La relazione tra i due imputati venne a galla solo successivamente e riascoltando una serie di intercettazioni che alla fine, secondo l’accusa, dimostravano la colpevolezza dei due.

Tesi, chiaramente, contestata dai difensori degli imputati, che hanno sempre rimarcato come in quelle conversazioni non si faccia mai riferimento all’organizzazione dell’omicidio e neppure alle fasi per occultare un cadavere, che tuttora non è stato ritrovato.

I sogni della moglie sul marito, “Vuole farmi sentire in colpa”

Cammalleri e Ferrara chiamavano La Duca “la bestia” e lei raccontava anche i sogni in cui il marito le sarebbe apparso. “Lui, guardandomi negli occhi, qua fuori nel cemento, mi diceva: ‘Tu me lo devi fare capire dove sono stato’ e gli dicevo: ‘Ma se fosti tu a fare la tua decisione, come faccio io a sapere dove fossi e come ci sei andato a finire?'” e aggiungeva: “La decisione che ha fatto lui, lo sa, perché quando lui ha fatto questa domanda me la faceva, sai con quel sorrisino che lui aveva quando ti parlava e ti prendeva per il culo? Mi guardava, mi rideva…”. E ancora: “Ora lui mi viene sempre nel cervello, nei sogni… Era un angelo lui e secondo lui mi vuole fare sentire in colpa di tutto quello che c’è stato… Che la tinta sono io ed il buono era lui”. Ferrara chiedeva: “Ma non è che sei pentita?” e lei: “Io no, vita, però quello che mi dà fastidio che anche la notte…”.

Intercettazioni e giochi erotici, la difesa “Non provano un omicidio”

Una decina di giorni dopo la sparizione di La Duca, i carabinieri avevano annotato anche alcune fantasie erotiche degli amanti: lei avrebbe indossato una camicia di seta ed il gilet portati dal marito il giorno del loro matrimonio e Ferrara glieli avrebbe strappati. Degli indumenti poi i due avrebbero voluto servirsi per pulirsi le parti intime dopo il rapporto sessuale: “Non ce ne fotte niente, poi, quando finiamo – diceva Ferrara – tu ti ci pulisci di sotto… Li metto in un sacchetto e poi gli do fuoco, se non si strappano – aggiungeva ridendo – li riutilizziamo”. Commenti e comportamenti che lasciano trapelare aspetti molto intimi della relazione tra i due, ma come rimarcano i loro difensori, da qui a fornire la prova di un omicidio ce ne passa.

Tra una decina di giorni sarà sentita anche Luana Cammalleri.

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