Palermo

Omicidio Incontrera, ergastolo confermato, vendetta e droga dietro l’esecuzione del boss

È stata depositata ieri la sentenza con le motivazioni della Corte d’Assise che lo scorso gennaio ha condannato all’ergastolo Salvatore Fernandez per l’omicidio del boss emergente Giuseppe Incontrera, avvenuto il 30 giugno 2020 alla Zisa.

Dettagli dell’agguato ripresi dalle telecamere di sicurezza

Come riporta il Giornale di Sicilia, le immagini riprese da una telecamera di sicurezza, descritte nelle motivazioni, mostrano nei dettagli la drammatica scena dell’agguato. Si vede Fernandez, con indosso una maglietta bianca e un casco nero, che alle 8:02 del mattino raggiunge Incontrera in via Imperatrice Costanza mentre è in sella alla sua bicicletta elettrica e gli spara 5 colpi di pistola, 3 dei quali vanno a segno. Incontrera cade contro un’auto parcheggiata e rovina a terra, dove viene raggiunto da altri 5 colpi, di cui 3 alle spalle, al braccio e al gluteo. I primi due risulteranno letali.

Movente dell’omicidio e contesto mafioso

Secondo i giudici, il movente dell’omicidio va ricercato nella vendetta di Fernandez, che aveva agito in un contesto mafioso pur senza il coinvolgimento diretto di Cosa Nostra. Poche settimane prima, infatti, il figlio Angelo aveva rubato uno scooter a una persona vicina alla famiglia mafiosa di Porta Nuova, suscitando le ire del boss Incontrera che lo aveva convocato e schiaffeggiato davanti al padre Salvatore, ottenendo la restituzione del mezzo.

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Rigetto della tesi difensiva e premeditazione

L’avvocato della difesa aveva sostenuto che si era trattato di un fatto non premeditato, vista la provocazione subita da Fernandez riguardo al figlio. Tesi rigettata dai giudici, secondo cui l’imputato aveva avuto una settimana di tempo per ripensarci e non portare a termine il suo intento omicidiario.

Pianificazione dell’omicidio e implicazioni mafiose

Dalle indagini era emerso che Fernandez aveva cercato l’aiuto di altre due persone per nascondere l’arma e il motorino utilizzati per commettere l’omicidio. Un tentativo di ottenere una “copertura mafiosa” ed evitare ritorsioni da parte degli uomini di Incontrera, la cui posizione è tuttora al vaglio degli inquirenti. L’esecuzione di Incontrera, considerato il regista del traffico di droga nel mandamento mafioso, era stata meticolosamente pianificata nei minimi dettagli. Fernandez era uscito alle 5:48 del mattino con uno scooter senza targa da un terreno di via Danisinni, per poi attendere l’arrivo del boss tra via Cardinale Tomasi e via Silvio Pellico. Un agguato che segna l’apice della faida tra clan rivali per il controllo del territorio e del mercato degli stupefacenti a Palermo.

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