Questa mattina, in via Francesco Paolo Di Blasi, il vice sindaco Carolina Varchi ha partecipato in rappresentanza dell’Amministrazione comunale alla cerimonia commemorativa del capo della Squadra mobile di Palermo, Boris Giuliano, ucciso dalla mafia il 21 luglio 1979. Insieme alle più alte cariche civili e militari della Città, erano presenti anche i familiari di Giuliano.
Varchi: “Investigatore acuto, assestò un duro colpo alla mafia”
“Boris Giuliano – ha detto il vice sindaco Varchi – fu un investigatore acuto che con i suoi metodi innovativi seppe imprimere svolte importanti a indagini che hanno consentito di assestare un duro colpo alla criminalità organizzata. Per noi è un dovere ricordarlo e fare decoro del suo operato. Il Comune di Palermo si batterà per affermare la legalità in ogni segmento della pubblica amministrazione”.
Lagalla: “Grande esempio di servitore dello Stato”
“La morte di Boris Giuliano non è stata vana. A quarantatré anni dall’agguato per mano mafiosa occorre ricordare l’eredità lasciata dal capo della Squadra mobile di Palermo, il quale, con grande fiuto investigativo, ha introdotto importanti innovazioni nei metodi di indagine sul contrasto alla criminalità organizzata. Per questo oggi ricordiamo un grande esempio di servitore dello Stato, tra i primi investigatori a portare avanti una dura lotta a Cosa nostra”.
Lo ha dichiarato il sindaco Roberto Lagalla.
Gli altri presenti alla cerimonia commemorativa
Alla commemorazione, tra gli altri, erano presenti il questore Leopoldo Laricchia, il presidente dell’Ars Gianfranco Miccichè, l’assessore regionale ai Beni culturali Alberto Samonà, il prefetto di Palermo Giuseppe Forlani.
L’omicidio di Boris Giuliano
Giorgio Boris Giuliano era nato a Piazza Armerina, in provincia di Enna, il 22 ottobre del 1930.
Diresse le indagini antimafia con metodi innovativi e grande determinazione, facendo parte di una cerchia di funzionari dello Stato che, a partire dalla fine degli anni Settanta, incominciò una dura lotta contro Cosa nostra.
Condusse molte importanti indagini, tra le quali quella sulla misteriosa scomparsa del giornalista Mauro De Mauro.
Il 21 luglio 1979, mentre pagava il caffè appena bevuto nella caffetteria Lux di via Francesco Paolo Di Blasi, il boss Leoluca Bagarella gli sparò a distanza ravvicinata 7 colpi di pistola alle spalle con una Beretta 7,65, uccidendolo.
Nove mesi dopo la sua morte, a Monreale, venne assassinato il capitano dei Carabinieri Emanuele Basile, che stava indagando sull’omicidio di Giuliano.
(foto di Stefano Patania)
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