E’ stata fissata per domani davanti al gip Angela Lo Piparo l’udienza di convalida del fermo di Alì El Abed Baguera, il cameriere tunisino accusato di avere ucciso con tre colpi di pistola in via Roma a Palermo la notte tra venerdì e sabato il cameriere algerino Badr “Samir” Boudjemai.
Alì El Abed Baguera, difeso dall’avvocato Salvino Caputo, durante l’interrogatorio davanti al pm Vincenzo Amico e ai carabinieri che lo hanno tempestato di domande fino alle 3 di notte, ha detto: “Io con quel delitto non c’entro nulla. Non mi rovino la vita per un cliente in più o in meno”.
Baguera abita vicino al ristorante Al Magnum del cugino e si è allontanato dal locale alle 23.45 per tornare a casa. A mezzanotte doveva rientrare a casa perché ha ottenuto l’affidamento in prova dal tribunale di sorveglianza. Il tunisino era arrivato a Lampedusa con un barcone e la condanna gli è arrivata per l’incendio di materassi e suppellettili nel centro d’accoglienza dell’isola.
Per buona condotta era stato successivamente scarcerato e messo in prova.
“Sono stato al locale dalle 11.30 del mattino e non mi sono mai allontanato – ha detto Baguera davanti al suo avvocato Salvino Caputo – Lavoro da mio cugino, come previsto dal tribunale, e alle 23.45 mi sono diretto verso casa, nella vicina via Benedetto Gravina, ospite di mia cugina e del marito”. Nel corso dell’interrogatorio ha detto di conoscere Samir con il quale non avrebbe avuto mai uno screzio. Intanto oggi sono stati depositati i verbali delle cose sequestrate al presunto assassino. La famiglia della vittima, la moglie, la madre e la sorella di Samir si è affidata all’avvocato Enrico Tignini per essere assistiti in questa terribile vicenda e per una morte tanto assurda ancora senza un vero movente.
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