Due progetti importanti e ambiziosi che se concretizzati permetteranno la fruizione di due aree di grande pregio naturalistico ed ambientale sinora negate ai palermitani. Due interventi attesi da tanto tempo dai cittadini e che senza dubbio incrementeranno il valore paesaggistico della nostra città che per fortuna, non è tutta strade urbanizzate e palazzoni come potrebbe sembrare ad occhi distratti.
L’attenzione è adesso puntata sulla Valle dell’Oreto e di un tratto di costa dell’Addaura.
La Giunta comunale di Palermo ha adottato mercoledì, su proposta dell’Assessore all’Ambiente, Giusto Catania, una delibera con la quale vengono approvati due progetti per la riqualificazione ambientale e la fruibilità dei due siti.
Ma affinché questo diventi realtà ci vorrà del tempo.
I due progetti saranno infatti sottoposti alla Regione che li dovrà finanziare usando i fondi comunitari destinati alla Rete Natura 2000 nell’ambito del Fondo europeo di Sviluppo Regionale.
La Valle dell’Oreto e la costa dell’Addaura, sono classificate dal ministero dell’Ambiente come ZSC; ovvero “Zone speciali di conservazione”, cioè siti di importanza comunitaria dove sono state o verranno applicate le misure di conservazione necessarie al mantenimento o al ripristino degli habitat naturali e delle popolazioni delle specie animali che vi abitano.
I fondi necessari, per i due interventi, ammontano complessivamente ad oltre 9 milioni di euro.
Per il progetto relativo alla Valle dell’Oreto, il cui fiume è stato recentemente inserito tra i “Luoghi del Cuore” del Fondo Ambiente Italiano, piazzandosi al secondo posto nella classifica nazionale dei luoghi da salvare, grazie alla tenacia e all’amore per questo sito dei cittadini che hanno anche costituito il Comitato Salviamo l’Oreto, occorrono circa 6,8 milioni di euro. Una somma che dovrebbe innanzitutto cancellare i segni dello scempio, perpetrato da chi non capisce l’importanza del luogo, e restituirgli la propria dignità.
Gli interventi, come rende noto il Comune, prevedono: il ripristino ambientale e delle condizioni di legittimità dei siti con la rimozione discariche di inerti e di rifiuti urbani; la demolizione dei fabbricati abusivi; la rinaturalizzazione delle aree interessate da rimozioni e demolizioni. Altro fronte sul quale intervenire è quello della mitigazione del rischio idrogeologico con estirpazione e/o diradamento specie ‘alloctone’, cioè ‘diverse’ e introdotte dall’uomo. Per usufruire della Valle dell’Oreto, servono poi interventi di di infrastrutturazione dell’area, che consistono in creazione di sentieri natura e ri-funzionalizzazione di quelli esistenti; recupero di manufatti storici per la creazione di Centri Studi, di presidio e di monitoraggio delle aree naturali; formazione di siepi e filari.
Il secondo progetto, che ricade nella ZSC Montepellegrino – per il quale è stato recentemente pubblicato il bando per la messa in sicurezza di una zona – ma interesserà specificatamente l’area litorale dell’Addaura, avrà invece un valore di circa 2,5 milioni e prevede interventi di demolizione manufatti e fabbricati; rinaturalizzazione delle aree interessate dalle demolizioni; risarcitura della vegetazione con specie autoctone della macchia mediterranea; recupero percorsi storici e loro implementazione.
Adesso non resta che sperare che i due progetti vengano approvati dalla Regione.
Il sindaco e l’assessore Giusto Catania commentano: “Si gettano le basi per una vera riappropriazione da parte dei cittadini di queste due importanti aree naturali della città. Per quanto riguarda l’Oreto, con questo intervento si potrà di fatto dare avvio alla realizzazione del Parco, per il quale è condizione essenziale il ripristino delle condizioni naturali e la fruibilità da parte dei cittadini, contro ogni forma di abuso e violenza”.
E ancora: “Con il progetto dell’Addaura, vogliamo favorire una migliore fruibilità sostenibile dell’area, per ricostruire un rapporto sano con il mare e la costa, oltre la balneabilità”.
Infine: “Confidiamo ora nell’attenzione da parte della Regione, come già avvenuto per Acqua dei Corsari dove la collaborazione istituzionale ci permetterà di riaprire e rendere fruibile il Parco Libero Grassi.”