Il 32,5% dei minorenni residenti in Sicilia è in sovrappeso. Il record negativo dell’Isola è stato confermato dall’Istat nel report del 29 ottobre 2019, evidenziando come, invece, la percentuale sia quasi dimezzata nel nord-ovest del Paese (18,8% ), mentre si arresta al 22,5% nel nord-est.
Questi e altri dati saranno al centro dell’iniziativa che si terrà a Palermo, il 12 novembre al dipartimento di Biomedicina, Neuroscienze e Diagnostica avanzata (BiND) dell’Istituto di Anatomia Umana e Istologia dell’Università degli Studi di Palermo, in occasione degli esami finali per il conferimento del titolo di specialista in Medicina dello Sport e dell’Esercizio Fisico dell’Università di Palermo, con la presenza del dottor Maurizio Casasco, presidente della Federazione Medico Sportiva italiana (FMSI) nonché della Federazione Europea EFSMA (European Federation of Sports Medicine Associations).
La mancanza di cultura dello sport e del rispetto di corretti stili di vita – secondo gli studiosi del settore – pone l’Isola nella posizione del più alto tasso di persone sovrappeso di tutta l’Europa. Dinamiche legate anche al livello culturale del nucleo familiare: i bambini siciliani in eccesso di peso sono, infatti, pari al 19% tra quanti vivono in famiglie con genitori laureati ma raggiungono il 30,1% se i genitori non sono andati oltre la scuola dell’obbligo.
Tutto ciò incide sul costo sanitario della Regione per l’aumento delle patologie cardiovascolari (ipertensione e ischemia), metaboliche (diabete ed ipercolesterolemia), osteo-articolari e tumorali (recenti ricerche dimostrano che lo sport costante riduce il cancro al seno e del colon).
“La Sicilia – dichiara Maurizio Casasco, presidente FMSI – merita una maggior attenzione per migliorare lo stile di vita e l’alimentazione, soprattutto tra i bambini, in quanto il tasso di obesità infantile è tra i più alti d’Europa. Fare sport migliora la vita e i controlli sanitari sono obbligatori per diminuire i rischi salute che, grazie alle Leggi da noi promosse negli anni, hanno ridotto di oltre l’85% gli episodi di morte improvvisa nei campi di gara. Inoltre grazie all’obbligo dei defibrillatori si potrebbero salvare ancora più vite.”
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