“Apprendiamo che in attesa di fantomatici segnali da parte del governo nazionale, la Regione siciliana sta invitando esplicitamente gli enti locali dell’Isola (comuni, liberi consorzi e città metropolitane) a dichiarare il dissesto finanziario. Constatiamo che in Sicilia oggi si è rinunciato alla gestione politica e si vogliono consegnare le autonomie locali ad una gestione commissariale e di liquidazione”.
E’ durissima la reazione del Presidente dell’Anci sicilia Leoluca Orlando, nel commentare la circolare emessa dalla Regione (protocollo 7673) che suggerisce ai comuni, in fase di redazione dei bilanci di previsione 2016, di effettuare una riduzione dei trasferimenti regionali pari al 70 per cento dell’importo previsto dalla legge di stabilità regionale.
L’Ancisicilia evidenzia testualmente la circolare in base alla quale le “riduzioni comportano che, al netto delle riserve di legge, al momento è possibile impegnare nel bilancio della Regione, per le finalità in argomento, l’importo di 105.066.000, 00 euro e pertanto si suggerisce a codeste amministrazioni di valutare, ai fini della predisposizione dei bilanci comunali, la possibilità di adottare il medesimo meccanismo previsto dalle richiamate disposizioni regionali che in questa fase riducono le risorse regionali”.
“Attenersi ai suggerimenti della Regione – spiega Mario Emanuele Alvano, segretario generale dell’Associazione dei comuni siciliani – significherebbe per la quasi totalità degli comuni dell’Isola dover deliberare il dissesto finanziario. Come è noto gli enti locali siciliani, a causa della loro scarsa capacità fiscale, dipendono ancora strutturalmente, rispetto al resto d’Italia, dal trasferimento di risorse regionali grazie al quale sono in condizione di erogare servizi ai cittadini. Ricordiamo che tali trasferimenti negli ultimi sei anni sono già stati drasticamente ridotti di oltre due terzi e rischiano oggi di essere quasi azzerati. A ciò si aggiunga che altrettante difficoltà rischiano di essere prodotte sul delicatissimo fronte del rinnovo dei contratti dei lavoratori precari. Anche in questo caso il rischio è che la mancata erogazione delle risorse dovute e ogni anno trasferite dalla Regione, non consenta di garantire la continuità lavorativa di tale personale e la conseguente impossibilità di gestire settori vitali della macchina amministrativa comunale”.
“Abbiamo da tempo formalmente sollevato dinanzi a tutte le istituzioni competenti, – aggiunse il presidente Orlando – il problema delle gravi criticità finanziarie in cui versano i nostri comuni e siamo da subito intervenuti per chiedere una proroga del termine per la predisposizione dei bilanci di previsione 2016 in atto fissato ancora al 30 aprile. Abbiamo chiesto questo nella consapevolezza che la mancata definizione dell’accordo tra Stato e Regione siciliana e il conseguente necessario trasferimento dei previsti 500 milioni di euro, non consentivano di poter contare su un quadro finanziario certo. Abbiamo rappresentato al governo nazionale e al governo regionale che tale elemento distingueva la condizione degli enti dell’Isola da quella degli enti di altre regioni. Da ultimo, in un recente incontro con l’assessore alle Autonomie locali , abbiamo chiesto che la stessa Regione si facesse parte attiva sollecitando al governo nazionale un intervento di differimento del termine per i bilanci. Da più parti sono stati sollevati dubbi con riferimento agli effetti della situazione siciliana sul contesto nazionale e rispetto al risultato delle elezioni amministrative. Da altri è stata sollevata la necessità che l’accordo tra Stato e Regione passi attraverso la complessa procedura costituzionale di modifica dello Statuto siciliano. Il tutto sembra, come abbiamo già denunciato, un inaccettabile e irresponsabile temporeggiamento le cui conseguenze si ripercuotono sulla tenuta sociale dei territori e sulla stessa incolumità degli amministratori. Di fronte alla odierna comunicazione della Regione e in mancanza di adeguati segnali istituzionali da parte delle autorità competenti, saremo costretti a denunciare le conseguenze di questa disastrosa situazione di calamità istituzionale alla Magistratura ordinaria e alla stessa Corte dei Conti”.