Il Comune di Terrasini costruisce e inaugura al porto uno scalo d’alaggio per consentire di tirare a secco le piccole imbarcazioni e scoppia una caso politico ‘pittoresco’ che potrebbe anche divenire giudiziario con il confinante Comune di Cinisi.
L’area portuale si trova infatti nel territorio dei due comuni costieri del Palermitano, tra i quali da oltre trent’anni sono in corso le di trattative tra i consigli comunali per definire i confini e altre contese. Una di queste riguarda il porto. Secondo un precedente accordo la gestione dell’area peschereccia spetterebbe a Terrasini mentre quella diportistica a Cinisi. Nel 2011 i due Comuni hanno siglato anche un protocollo d’intesa che stabilisce che il piano regolatore del porto, tutt’ora assente, lo dovranno redigere insieme.
L’opera, costata 400 mila euro, grazie a un finanziamento ottenuto dalla Commissione europea, è stata inaugurata alcuni giorni fa dal sindaco Massimo Cucinella, dall’assessore regionale alla Pesca, Antonello Cracolici. Ha preso parte alla cerimonia anche dal primo cittadino di Cinisi, Giangiacomo Palazzolo, lo stesso che alcuni mesi prima, quando sono stati avviati i lavori, non aveva digerito che il suo omologo terrasinese avesse fatto tutto senza informarlo.
“Il sindaco ha scritto ai vigili urbani, carabinieri e capitaneria di porto – racconta il presidente del Consiglio comunale di Cinisi, Giuseppe Manzella – per verificare della regolarità dei lavori di questo scalo d’alaggio. I primi di gennaio i vigili urbani e l’ufficio tecnico hanno fatto una rilevazione e hanno inviato tutto alla Procura che a sua volta ha incaricato la capitaneria di porto di indagare. Inchiesta ancora in corso”.
“Quello che risulta incomprensibile è che il sindaco Palazzolo ha, poi, partecipato all’inaugurazione dell’opera “Nel progetto del porto Cinisi – aggiunge Manzella – ha speso 50 mila euro per la progettazione, ne abbiamo ricavato solo una colata di cemento dove prima la gente faceva il bagno”.
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