“Quando lo scontro politico scade nell’insulto e nel mettere in dubbio l’operato etico, non resta che valutare il ricorso alla Magistratura a tutela della propria immagine e della propria credibilità.”
Lo ha dichiarato l’Assessore Giovanna Marano, accusata oggi da Stefania Munafò di aver votato una delibera di Giunta in conflitto di interessi, favorendo dei propri parenti.
“Purtroppo – afferma la Marano – l’esponente del PD ha omesso di leggere il contenuto della Delibera che lei stessa cita, altrimenti avrebbe scoperto che quella delibera non fa alcuna “scelta” relativamente a parcheggi privati, ma semplicemente prende atto della esistenza – da molto prima che la sottoscritta ricoprisse alcun incarico – di un capolinea, approvato dalla Regione Siciliana che ha competenza sui percorsi delle autolinee extraurbane. Se la signora Munafò si fosse anche informata meglio avrebbe scoperto che non ho alcun interesse né diretto né indiretto nella vicenda.”
“Resto in attesa delle pubbliche scuse per l’evidente scivolone della signora Munafò – conclude la Marano – senza le quali dovrò adire le vie legali perché nessuno può permettersi di mettere in dubbio pubblicamente il mio operato sul piano morale e della legalità”.
Ma a distanza di poco meno di tre ore la controreplica della Munafò rincara la dose piuttosto che scusarsi: “Premesso che non era nelle mie intenzioni ne offendere ne insultare la Marano ne altri, e non mi sembra che nel mio comunicato ci siano frasi offensive o valutazioni di tipo personale, preciso che mi sono limitata a descrivere dei fatti che ben conosco. Contrariamente a quanto affermato dall’assessore alle attività produttive, non si è in presenza di una presa d’atto di documenti di provenienza regionale ma dell’approvazione, da parte della giunta comunale, del piano del trasporto pubblico extraurbano su gomma redatto dall’ufficio tecnico comunale ed i cui contenuti sono fatti propri dall’amministrazione con delibera 217/2015”.