Nuova bufera sull’assessorato regionale al Turismo dopo il caso Cannes. Il dipartimento ha annullato in autotutela la manifestazione Palermo Sport Tourism Arena. Un evento da circa mezzo milione di euro.
Questo perché la somma sarebbe stata assegnata senza una gara in violazione del Codice degli appalti nel plafond più ampio di una convenzione da quasi 2 milioni (1.952.000) di euro sulla comunicazione della kermesse associata al Giro di Sicilia.
Il decreto, firmato dal dirigente generale Cono Antonio Catrini, è pubblicato sul sito web istituzionale della Regione e risale a due giorni fa. Ne dà notizia il quotidiano La Sicilia.
Ma dietro l’atto c’è una precisa matrice politica. E un retroscena quasi investigativo. Renato Schifani ha voluto vedere chiaro, chiedendo un parere all’Ufficio legislativo e legale della Regione, peraltro citato nel documento.
Nel carteggio riservato con Palazzo d’Orléans si parte dalla necessità di approfondire il contenuto di “articoli di stampa”. Il riferimento è a uno pubblicato da La Sicilia, nell’ambito dell’inchiesta sulle “spese allegre” del Turismo, in cui già si annotavano le prime perplessità del governatore anche sugli eventi organizzati da Rcs Sport, società che detiene il marchio del Giro d’Italia anche nella versione siciliana.
Segnalato un altro potenziale caso Cannes
E così, l’avvocato generale Giovanni Bologna ha segnalato al governo regionale un altro potenziale caso Cannes. Non tanto nell’entità dei fondi utilizzati (l’importo è di 400mila euro più Iva), già assegnati alla società di pubblicità ed eventi che fa capo al gruppo Cairo. Già beneficiario, come del resto quasi i big dell’editoria nazionale, di milioni di euro per spazi promozionali pagati dall’assessorato al Turismo.
Che, il 30 dicembre del 2022 (proprio nelle stesse ore in cui si firmavano gli atti per autorizzare lo shooting fotografico in Sicilia e la mostra sulla Croisette al costo di 3,7 milioni), aveva firmato il “pacchetto unico” con Rcs Sport: Giro di Sicilia (che si è regolarmente svolto lo scorso aprile e vinto dal kazako Alexey Lutsenko, ndr) più Palermo Tourist Arena, quest’ultima una sorta di festa-fiera con il coinvolgimento delle società sportive siciliane.
Il punto di caduta del dossier dell’Avvocatura è che anche in questo caso – così come per la società anonima lussemburghese Absolute Blue in occasione dell’evento “Sicily, Women and Cinema” – per assegnare le risorse l’assessorato al Turismo, all’epoca dei fatti retto da Francesco Scarpinato che poi è stato dirottato ai Beni culturali dopo la bufera del caso Cannes, ha utilizzato una trattativa senza gara. Un iter fondato sul presupposto che si può autorizzare la procedura diretta quando un evento è organizzato da chi ne ha l’esclusiva.
L’Avvocatura, Giro di Sicilia sì, Palermo Sport Tourist Arena no
L’Avvocatura ha così consegnato al governo Schifani una doppia conclusione. La prima: Rcs è titolare esclusiva del brand del Giro di Sicilia, dunque i fondi assegnati senza gara sono giustificabili dalla deroga di legge.
Ma la “Palermo Sport Tourist Arena” no: l’evento da 500mila euro è “sprovvisto di adeguata motivazione per l’utilizzazione della deroga di legge”.
Nei passaggi più salienti del parere di otto pagine, l’avvocato generale Bologna (lo stesso che aveva segnalato le anomalie di Cannes, poi attestata anche dal Tar che ha respinto il ricorso di Absolute Blue) mette in guardia sui quasi due milioni di comunicazione condivisa con il Giro, ricordando come l’assessorato al Turismo abbia fornito “scarse informazioni” sulla natura dell’appalto che stava assegnando.
Ed ancora: “Non è nota la modalità di rendicontazione dei costi dei servizi acquistati”, la tesi legale. Le “uniche certezze” sarebbero dunque “il costo complessivo” di 1.952.000 euro e che “le attività acquistate da svolgere sono nell’allegato progetto senza una valorizzazione analitica dei costi per le prestazioni da rendere”.
Potenziale pasticcio
Un altro potenziale pasticcio, con alcune responsabilità nel recente passato, per l’assessorato ora guidato da Elvira Amata, esponente di FdI come gli ultimi quattro al vertice del Turismo siciliano.
Ma su quei soldi, adesso, sembra incombere una maledizione: dopo le indagini della Procura di Palermo e della Corte dei conti regionali, dopo il pesante intervento della Commissione Ue che minaccia di bloccare fondi di SeeSicily, adesso si apre un altro fronte delicato. Per ora soltanto interno agli uffici della Regione. Ma fino a un certo punto, visto che la convenzione con Rcs è fra le carte sequestrate dalla Guardia di finanza.
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