I tempi sembrano essere maturi, la Sicilia è pronta per cambiare ancora la legge elettorale. Ne sono convinti i deputati un po’ di tutti gli schieramenti. D’altronde che l’attuale non garantisca governabilità è cosa ormai evidente.
Così piovono proposte di riforma. Una tendenza iniziata nello scorso mese di luglio e che continua. Resta da capire se il Parlamento siciliano, così frammentato e diviso, sarà nelle condizioni di affrontare prima (essendo praticamente sempre bloccato sulle urgenze di bilancio e attività correlate) e di approvare dopo una riforma organiza dels istema elettorale.
Si parte dalla diversità delle varie proposte. L’ultima viene dal Movimento 5 Stelle che ha presentato all’Ars un testo che potrebbe dare un nuovo volto alla norma attualmente in vigore. Tra le novità previste dal disegno di legge vi sono la doppia scheda per il rinnovo dei parlamentari e per l’elezione del presidente della Regione ma non solo. Secondo il testo, la coalizione vincente riceverà un corposo premio di maggioranza al fine di scongiurare crisi di governo e garantire continuità.
Tra gli altri provvedimenti lo stop al listino regionale e il ballottaggio tra i due candidati che ottengono il maggior numero di preferenze, nel caso che nessuno dei candidati a guidare la Regione ottenga la maggioranza assoluta dei voti.
Il disegno di legge proposto dal M5S porta la prima firma di Salvatore Siragusa ed è stato presentato questa settimana all’Ars. “I limiti della legge attualmente in vigore – afferma Siragusa – sono più che evidenti e la plastica rappresentazione è l’attuale parlamento, che può contare su una maggioranza risicatissima che non è assolutamente in grado di assicurare la governabilità. Occorre cambiare rotta, ed occorre faro subito per consentire ai siciliani di andare a votare alle prossime elezioni con le nuove regole”.
Il ddl del M5S consta di 77 articoli, suddivisi in 7 titoli, che passano in rassegna tutti gli aspetti della riorganizzazione del sistema elettorale siciliano. “Cardine della legge – commenta Siragusa – è l’assegnazione di un premio di maggioranza che garantisca alla coalizione vincente un buon numero di parlamentari che possano mettere i provvedimenti governativi al riparto da qualsiasi imboscata in aula”.
La legge M5S fissa paletti molti più restrittivi per la candidabilità, recependo in toto la legge Severino. Tra le principali inibizioni alla corsa agli scranni di palazzo dei Normanni e al vertice di Palazzo d’Orleans ci sono ad esempio le condanne definitive per associazione di tipo mafioso o finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti, la condanna definitiva per i delitti consumati o tentati di peculato, malversazione ai danni dello Stato, concussione, corruzione e abuso d’ufficio e le condanne con sentenza definitiva ad una pena non inferiore a due anni di reclusione per delitto non colposo.
“La nostra legge – continua Siragusa – prevede che alle liste collegate al candidato vincente siano assegnati almeno il 55 per cento dei seggi se il presidente eletto riporta meno del 40 per cento dei voti validi. Se, invece, i voti validi riportati da questi sono uguali al 40 per cento o una percentuale superiore, il premio di maggioranza per le liste a lui collegate sarà del 60 per cento”.
“Chi ha governato finora – sottolinea il capogruppo M5S a sala d’Ercole, Francesco Cappello – si è sempre lamentato di non poter disporre di una maggioranza, utilizzando poi questo come scusa per giustificare il proprio malgoverno. Stiamo proponendo una riforma della legge elettorale che garantisce democrazia, rappresentanza e una solida maggioranza numerica. Riteniamo sia il momento opportuno per lavorare tutti insieme a questa importante riforma, perché le regole vanno condivise”.
In tema di legge elettorale il M5S ha già presentato un disegno di legge (prima firmataria Roberta Schillaci) per l’utilizzo del “tagliando antifrode” sulle schede elettorali. “Si tratta – spiega Schillaci – del metodo per contrastare la contraffazione delle schede elettorali già utilizzato alle Politiche del 4 marzo 2018. Un semplice tagliando applicato sulla scheda che la rende unica e identificabile come autentica, senza però consentire di tracciare o riconoscere l’elettore. Così si rafforza la regolarità del voto e ci si mette al riparo da manipolazioni esterne”.
Concorda sul fatto che i tempi siano maturi il Presidente dell’antimafia regionale, unico deputato della sinistra siciliana all’Ars Claudio Fava “La presentazione di un disegno di legge di modifica della legge elettorale siciliana da parte del Movimento 5 stelle, che segue il deposito nei mesi scorsi di un testo di riforma a mia firma, dimostra
che i tempi sono maturi per affrontare seriamente l’argomento”.
“Un tema che avevo già posto per altro nelle scorse settimane, con una lettera al Presidente Micciché e al Presidente della I Commissione Pellegrino. L’attuale sistema elettorale non garantisce la governabilità e neppure rispecchia il reale voto dei cittadini siciliani. Separare l’espressione del voto per il Presidente e quello per l’Assemblea, introdurre la doppia preferenza di genere come già avviene nelle elezioni comunali, eliminare lo strumento del listino, assegnare i seggi proporzionalmente ai voti ottenuti in ambito regionale e non più provinciale, fissare rigorosi paletti per candidabilità ed eligibilità sono gli elementi dirimenti della nostra proposta che, apprendiamo, in buona parte sono contenuti anche nel disegno di legge dei 5 stelle. Auspichiamo adesso l’apertura di un dibattito sul tema per giungere, in tempi brevi, all’approvazione di una nuova legge elettorale per la Sicilia”.
Di riforma elettorale si era parlato anche a luglio quando a presentare un ddl di riforma era stato il capogruppo di Forza Italia. in quel caso la proposta riguardava e riguarda la legge per gli enti locali dunque i comuni ma i principi contenuti in quel disegno di legge sono di natura diversa anche se puntano, anche lì, ad una migliore governabilità.
Due filosofie diverse a confronto e sulla base delle diverse impostazioni potrà aprirsi un dibattito. Sempre che queste idee non restino semplici proposte senza mai arrivare in discussione
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