La scure del Consiglio dei Ministri si abbatte sull’ennesima legge regionale. Neanche il collegato alla Finanziaria passa indenne dall’analisi di Roma anche se stavolta l’impugnativa appare essere solo un fatto tecnico formale e non intacca l’impianto della legge lasciando in piedi tutte le norme rilevati dalla riforma di Ircac e Crias alle disposizioni sulla formazione professionale.
“Il Consiglio dei Ministri ha deciso di impugnare – si legge nel comunicato ufficiale di Palazzo Chigi – la legge della Regione Sicilia n. 10 del 10/07/2018, recante “Disposizioni programmatiche e correttive per l’anno 2018. Legge di stabilità regionale. Stralcio I”, in quanto una norma in materia di certificazione dei crediti vantati dalle imprese che abbiano realizzato forniture ai Consorzi e alle Società d’Ambito posti in liquidazione, viola gli articoli 117, terzo comma, e 81, terzo comma, della Costituzione, incidendo in maniera illegittima sul quadro nazionale di riferimento in materia di certificazione crediti tramite PCC”.
Una impugnativa tecnica che incide sulla predisposizione dei bilanci e sulla gestione della fase di liquidazione di mole società controllate ma che non va oltre questo aspetto. Di fatto la Regione ottiene il via libera alla riforma che accorpa Ircac e Crias e alle disposizioni su consorzi universitari, lavoratori forestali, dipendenti degli enti parco, formazione professionale. Rimangono in piedi anche tutte le altre disposizioni sulle società partecipate alle quali viene solo sottratto il potere di certificare i debiti e i crediti.
La scelta del Consiglio dei Ministri appare politica soprattutto per quanto riguarda la norma che dispone come nella Formazione professionale dli Enti debbano avviare i corsi prelevando il personale da utilizzare ‘prevalentemente dall’albo dei formatori’, un passaggio che non è piaciuto ai tecnici del Ministero della Giustizia nella cui relazione è contenuta la richiesta di impugnare questa disposizione. Ma il governo, forse anche per l’interlocuzione con i formatori siciliani, ha deciso di non toccare questa norma così come non ha toccato le norme sui forestali e su tutti gli altri aspetti che incidono sull’occupazione