Accedere alla sala di un museo, tra opere d’arte e beni esposti, può produrre benefici sulla psiche e sullo spirito, con ricadute pure sulla salute fisica? il museo è un luogo atto anche a migliorare il benessere dei cittadini? E questa funzione civica può essere riconosciuta a livello normativo? A queste domande cercherà di dare una risposta la Conferenza “Museo e società/2. Arte e salute. Per una nuova definizione normativa di museo”, curata dalla storica dell’arte e giornalista Silvia Mazza, presso Riso, Museo d’arte contemporanea della Sicilia, a Palermo, il 10 novembre alle 16.
Scarpinato, “Avviate attività per esaltare anche funzione sanitaria dei musei”
“Consapevoli dell’importanza della funzione sociale che i musei possono svolgere – dichiara l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Francesco Paolo Scarpinato – abbiamo già avviato una serie di attività volte ad esaltarne anche la funzione sanitaria. I musei oltre ad essere custodi del patrimonio culturale, se ben utilizzati, possono costituire anche una fonte importante di supporto terapeutico nella cura di alcune patologie o in situazioni di fragilità”.
Si tratta di una seconda conferenza sulla funzione sociale dei musei, dopo quella pure curata da Silvia Mazza e promossa dall’assessorato Beni Culturali e Identità Siciliana, per il tramite del Museo Regionale Interdisciplinare di Messina, che si tenne il 18 novembre dell’anno scorso.
Mazza, “Obiettivo conferenza è recepimento normativa”
“Obiettivo di questa seconda conferenza – spiega Silvia Mazza – è il recepimento nella normativa regionale della nuova definizione di museo adottata a Praga il 24 agosto 2022 dall’ICOM, International Council of Museum, con l’ulteriore riconoscimento di una funzione anche sanitaria ai musei, come luoghi volti al miglioramento del benessere psico-fisico degli individui, già dimostrato dagli studi medico-scientifici. Ciò consentirebbe alla Regione Siciliana di adottare per prima sullo scenario nazionale la riforma che verrà proposta e che si avvale dell’apporto giuridico del prof. Enrico Grosso, Ordinario di Diritto Costituzionale all’Università di Torino. In attuazione della piena competenza in materia di beni culturali di cui gode la Regione, nonché della sua potestà legislativa primaria, ma pur sempre all’interno dell’unità della Nazione costituzionalmente garantita”.
Tale riconoscimento sarà utile, per esempio, ad evitare in futuro l’adozione di provvedimenti draconiani come quelli del 2020 che hanno stabilito una prolungata chiusura dei musei per “la tutela dell’incolumità pubblica”, che lo Stato deve garantire (art. 117 della Costituzione). Il fine, dunque, dell’incontro è proprio quello di introdurre il concetto che i musei, con il riconoscimento di una funzione anche sulla salute, non ostacolano la preservazione di quell’incolumità, ma al contrario vi concorrono. “È evidente, precisa la storica dell’arte, che tale assunto resta valido nel caso in cui si dovesse verificare qualsiasi altra contingenza atta a restringere la funzione che si intende riconoscere per legge ai musei. Quindi, non solo in riferimento alla recente pandemia”.
Il programma dell’evento, c’è la presenza di Vittorio Sgarbi
Dopo l’introduzione di Selima Giorgia Giuliano, direttrice Riso ad interim, soprintendente dei Beni Culturali e Ambientali di Palermo, e della stessa Mazza, oltre a Grosso, interverranno a partire dalle 16.30 il sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi.
Poi Antonio Di Lorenzo, coordinatore ICOM Sicilia; Antonio Lampis, direttore Dipartimento Cultura italiana, Ambiente ed Energia della Provincia autonoma di Bolzano, già dirigente generale della Direzione Musei del Ministero della Cultura; Enzo Grossi, medico chirurgo, Università degli Studi di Torino; Elisa Fulco, storica dell’arte, co- curatrice del progetto “Spazio Acrobazie”; Monica Sapio, Ospedale Buccheri La FerlaFBF, Palermo; e Claudia Villani, progettista culturale.
La scelta del museo Riso, che ha già realizzato un progetto sui benefici della pratica artistica in carcere, quale sede della Conferenza risponde anche a una ragione “storica”: con legge istitutiva n. 9/2002, rubricata “Norme in materia di lavoro, cultura ed istruzione”, la Regione, infatti, aveva assegnato “autonomia scientifica, organizzativa, amministrativa e finanziaria” (art. 18) al Museo, in anticipo di dodici anni sulla Riforma ministeriale che nel 2014 ha resto autonomi i più importanti musei statali.
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