Ciclo sostenibile dei rifiuti, scissione dei rapporti fra politica e sanità, lotta al caro bollette e difesa del reddito di cittadinanza: questi sono i capisaldi del programma elettorale del candidato alla presidenza della Regione del M5S Nuccio Di Paola. L’esponente pentastellato è intervenuto al Forum organizzato dall’agenzia di stampa Ansa, spiegando le ragioni che hanno partito la compagine guidata da Giuseppe Conte a procedere in solitaria all’election day del 25 settembre.

Di Paola crede alla vittoria

Una partita difficile, resa ancor più complicata dall’enorme mole di candidati e dal numero di liste a sostegno del candidato del centrodestra Renato Schifani. Ben cinque le compagini politiche a sostegno dell’ex presidente del Senato. Fattore, quello del numero di liste,  he alle scorse comunali ha fatto la differenza in favore del sindaco di Palermo. Ma sul fronte Regionali, Nuccio Di Paola pensa che le cose andranno diversamente.

“Il centrodestra ha cinque liste a sostegno di Schifani che rappresenta la vecchia politica, noi ne abbiamo una alla regionali e una alle politiche – dice -. Abbiamo novanta candidati che stanno girando la Sicilia in lungo e in largo, riscuotendo consenso e fiducia. Alla gente parliamo con i fatti e spieghiamo il nostro programma, che è concreto. Io ho 40 anni e non 70 come altri. Non ne faccio una questione anagrafica ma di approccio con la realtà e con i problemi reali delle persone“.

Il programma del M5S

Una risalita nei consensi che, secondo Di Paola, parte dai contenuti, ovvero dal programma. Tre i punti sostenuti con forza dal candidato grillino. A cominciare dalla scissione dei rapporti fra politica e sanità. L’idea del deputato regionale uscente è quella di creare una o più Asp ma ridisegnandone la mappa, “che oggi coincide con i collegi elettorali per cui le nomine di direttori generali, sanitari e amministrative sono nelle mani dei politici di turno”.

Spazio anche al tema dei rifiuti. L’intenzione di Di Paola è quella di ritirare l’evidenza pubblica per i due termovalorizzatori, realizzando impianti per chiudere il ciclo dei rifiuti da parte delle SRR nei territori. Inoltre, c’è la proposta per contrastare il caro bollette. Elemento che sta mettendo in ginocchio famiglie ed imprese. Secondo il candidato grillino la soluzione passa da un fondo di rotazione alimentato dalla Regione con i risparmi sui tagli agli affitti pubblici per dare incentivi sul fotovoltaico dando così a imprese e famiglie la possibilità di abbattere i costi dell’energia.

Punti a cui si affianca il dogma dalla difesa del reddito di cittadinanza. Misura che “in Sicilia riguarda 650 mila persone – sottolinea Di Paola -, grazie al quale si riversa sul territorio un miliardo di euro di gettito all’anno e senza il quale durante la pandemia sarebbe stato un disastro”.

“PD sfrutta Chinnici per recuperare credibilità”

Presentato il programma, Di Paola si focalizza sulla questione regina all’interno del centrosinistra, ovvero la scissione del fronte progressista, causata in particolare dalla spaccatura nata proprio fra PD e M5S. Manovra politica che l’esponente pentastellato spiega, partendo proprio dei rapporti con la candidata alla presidenza della Regione Caterina Chinnici.

“A Chinnici avevamo chiesto di essere la candidata super partes e non solo del Pd – afferma Di Paola -. Le recenti critiche di Claudio Fava che ha minacciato di correre solo per la lista perché escluso dagli appuntamenti con la candidata confermano quello che abbiamo sempre temuto fin dall’inizio del rapporto con il PD. La separazione – spiega Di Paola – “si è consumata per una serie di fattori politici, noi abbiamo provato fino all”ultimo a mantenere la linea, ma il Pd si è dimostrato inaffidabile: mentre facevamo le primarie in Sicilia loro facevano gli accordi sotto traccia con Di Maio e con Calenda, che poi li ha pure mollati”.

“E’ stata Chinnici a chiedere ai partiti di non mettere in lista persone con indagini – sostiene Di Paola -. Il PD per giorni è stato in silenzio e ha cercato di scaricare sul M5s la questione, ma noi l’asticella della legalità l’abbiamo sempre mantenuta altissima. Il problema era solo loro. Quando abbiamo capito che non c’erano le condizioni per stare insieme abbiamo detto che era meglio separarsi; è accaduto quello che succede nelle coppie quando il rapporto è logoro c’è chi lo riconosce e chi tenta fino all’ultimo di mantenerlo promettendo che cambierà”.

“PD non ha più consenso dei suoi militanti”

Una spaccatura che ha lasciato diversi strascichi, resi evidenti proprio dalle parole di Nuccio Di Paola, che non lesina critiche nei confronti del gruppo Dem. “In Sicilia il PD non ha più consenso neppure tra i suoi militanti, usa Caterina Chinnici per recuperare un po’ di credibilità e non per costruire un’alternativa progressista. E’ un partito che non ha argomenti di sinistra ormai da anni. Del resto, quando il segretario Anthony Barbagallo parla di ‘alto tradimento’ del M5s usa un linguaggio di destra. Siamo progressisti noi che difendiamo il reddito di cittadinanza o lo è il PD con le sue politiche inesistenti?”.

“Siamo un movimento serio, da noi vige la regola che non ci si può candidare in due posti differenti – afferma Di Paola -. Floridia aveva optato per ricandidarsi alle politiche. Questo dimostra che il M5s non aveva premeditato la rottura col PD”.

 

 

 

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