Uno scenario di terrore e devastazione. Gente che ha abbandonato le automobili per attraversare la strada a nuoto e mettersi in salvo. Sono scene apocalittiche quelle provenienti da Palermo, dove ieri si è abbattuto un violento nubifragio che ha seminato il panico e rischiato di mietere vittime.
Si era inizialmente parlato di due morti annegati, rimasti intrappolati nelle auto, ma come dichiarato oggi dal sindaco Orlando, al momento non c’è conferma di questa notizia. Intanto le opposizioni chiedono le dimissioni del primo cittadino presentando una mozione di sfiducia.
Gravissimi i disagi in tutta la città, tragico e surreale quanto accaduto in viale Regione siciliana, trasformatosi in un fiume in piena. Decine gli automobilisti che hanno rischiato di morire.
Oggi è il giorno delle accuse incrociate e delle polemiche, o se preferite delle osservazioni critiche, inevitabili alla luce della gravità di quanto accaduto.
Anche perché, forse si poteva intervenire prima e meglio. Ne è pienamente convinta Loredana Novelli, componente del coordinamento cittadino di Diventerà Bellissima, che proprio ieri, durante la bomba d’acqua, si trovava in auto con la sua famiglia e stava facendo rientro a Palermo, percorrendo, come tanti, la circonvallazione.
Novelli racconta la sua esperienza: “Stavamo tornando da Balestrate, dove c’era stato un acquazzone alle 15,30. Ho ricevuto la telefonata di mio figlio che mi consigliava di temporeggiare nel rientro a causa della pioggia violenta. Ci siamo fermati un po’ a casa di amici e poi ci siamo messi in viaggio arrivando a Palermo.
Già all’altezza del punto vendita di Leroy Merlin (che si trova all’inizio di viale Regione siciliana, ndr), c’era un interminabile incolonnamento di autovetture. Ebbene, nessuno che segnalasse il pericolo agli automobilisti che stavano proseguendo sulla circonvallazione. Nessuna auto del Comune o della Protezione civile, nessuno che deviasse il traffico verso percorsi alternativi. Tutto questo accadeva alle 18.15, quando già pioveva da due ore”.
“Poco importa di chi sia la colpa di quanto accaduto – prosegue Novelli – perché a mio avviso la colpa è di tutti. Ma si poteva deviare il traffico, evitare che la gente finisse in quell’inferno. Ho visto persone che scendevano dalle macchine piangendo. Nessuno capiva bene cosa stesse accadendo, nessuno era lì a dare informazioni. Per me c’era un margine di tempo per salvare il salvabile, a Palermo è risaputo che quando piove intensamente viale Regione diventa impraticabile”.
Novelli e la sua famiglia sono riusciti a fare una strada alternativa. “Abbiamo percorso – racconta ancora – un sottopasso che c’è nella corsia laterale dell’autostrada e da lì ci siamo immessi in via Ugo La Malfa per poi raggiungere via Lanza di Scalea. Ci sono volute ore per tornare a casa sani e salvi. Insieme a noi, nell’auto dietro alla nostra, viaggiava mia nipote che ha una bambina di 16 mesi. Eravamo tutti terrorizzati perché intanto sui nostri cellulari guardavamo foto e video di Palermo devastata e distrutta dal maltempo“.
Novelli è categorica e conclude: “Si è consumato un vero e proprio dramma. Noi abbiamo attraversato il quartiere Tommaso Natale ma per fortuna siamo riusciti a passare prima che si allagasse completamente. E’ ora che si trovino i veri colpevoli. Per quale motivo non c’era nessuno ad assistere gli automobilisti che tornavano da fuori città? Questo ci dimostra che Palermo è veramente una città abbandonata a se stessa. E’ giusto che le nostre istituzioni cerchino di fare quello che è doveroso fare. Credo che almeno l’ottanta per cento dei nostri politici abbia ‘fatto il suo tempo’. Bisogna trovare il coraggio di alzarsi dalle poltrone, e ricominciare a governare con gente capace, con gente che ha intenzione di lavorare davvero”.
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